Le due associazioni rappresentative degli agenti hanno inviato una lettera al Governo con la quale hanno «confermato la volontà e l’interesse a trovare una soluzione comune per il salvataggio e la messa in sicurezza del Fondo pensione agenti» e hanno chiesto «un intervento fattivo entro la fine del mese di dicembre per permettere agli agenti di decidere liberamente cosa fare prima che giunga a scadenza il versamento dei contributi 2015».
Dopo l’incontro dello scorso 11 dicembre sul Fondo pensione agenti conclusosi con un nulla di fatto, Anapa e Unapass hanno preso carta e penna e hanno scritto una lettera al senatore Massimo Cassano, sottosegretario del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Le due associazioni rappresentative degli agenti hanno sostanzialmente «confermato la volontà e l’interesse a trovare una soluzione comune per il salvataggio e la messa in sicurezza del Fondo pensione agenti». È quanto si legge in una nota diramata da Anapa.
Già in occasione del tavolo di lavoro indetto dallo stesso sottosegretario, le due associazioni«avevano dichiarato che, pur nella consapevolezza che il piano da loro approvato comportasse il dover accettare riduzioni delle prestazioni e tagli necessari alla sopravvivenza dell’istituto e, soprattutto, la trasformazione da fondo a prestazione definita in fondo a contribuzione definita, quella sul tavolo si presentava come l’unica soluzione al momento sostenibile e accettabile».
Le due associazioni, quindi, «riconfermano la propria adesione alla soluzione presentata da Ania, visto che, dopo circa un anno di trattativa, è l’unica formalmente proposta e razionalmente accettabile, seppure comporta per gli agenti di assicurazione dei sacrifici non indifferenti. Si ritiene che una soluzione sostanzialmente diversa da quella prospettata, emotivamente rivolta alla conservazione di uno status quo, non più sostenibile su base tecnica, (quale quella proposta da Sna), basata sulla prestazione definita (seppur limitato un terzo degli iscritti) visto il disavanzo prospettico di 700 milioni, possa invece inficiare ulteriormente la stabilità e la “messa in sicurezza” in modo permanente del fondo e deponga, piuttosto, nell’immediato, a favore di drastiche soluzioni patologiche o che, nella migliore delle ipotesi, rinvierebbero il problema di qualche anno senza affrontarlo e risolverlo», si legge nella lettera.
Per queste motivazioni, le due associazioni richiedono al sottosegretario «un intervento fattivo entro la fine del mese di dicembre per permettere agli agenti di decidere liberamente cosa fare prima che giunga a scadenza il versamento dei contributi 2015».
Le due associazioni ribadiscono nella lettera «di essere state le uniche ad aver accolto l’invito del sottosegretario “a superare faziose rigidità e atteggiamenti conservativi di chiusura” e chiedono allo stesso di esortare lo Sna a superare l’impostazione ideologica e demagogica della conservazione della prestazione definita, e di sollecitare l’Ania affinché l’intervento contributivo una tantum sia sostanzialmente e significativamente più generoso dei 16 milioni di euro finora offerti».
FONTE TUTTO INTERMEDIARI