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Anapa propone una cura drastica per salvare il fondo

NewSintesi e Rassegna Stampa | 4 Settembre 2014 | 0

Una terapia drastica per un salvataggio in extremis: la propone Anapa, l’Associazione di agenti presieduta da Vincenzo Cirasola, per scongiurare il commissariamento del Fondo pensione agenti.

 

Una terapia drastica per un salvataggio in extremis: la propone Anapa, l’Associazione di agenti presieduta da Vincenzo Cirasola, per scongiurare il commissariamento del Fondo pensione agenti. La questione è ancora in una pericolosa situazione di stallo tra Ania e rappresentanze sindacali degli agenti, mentre il termine entro il quale si dovrà decidere quale sarà il suo destino si avvicina sempre più pericolosamente. Anapa si dissocia con quanto deciso durante l’ultimo Congresso straordinario dello Sna in cui è stata approvata una mozione che chiede lo stato di agitazione della categoria “attivando una mobilitazione generale anche mediatica che utilizzi qualunque iniziativa idonea a preservare l’esistenza, la consistenza e l’autonomia del Fondo” per contrastare la proposta Ania per il riequilibrio, in cui si prevede un contributo di 16 milioni di euro che permetterebbe di salvaguardare il fondo trasformandone la natura (da prestazione definita a contribuzione definita) e salvando circa il 60% delle prestazioni attualmente attese dagli agenti in attività e di quelle percepite dagli attuali pensionati.
“Ma contro chi la categoria deve “agitarsi”? Chi sono i “veri” responsabili di questa débâcle finanziaria?”, si chiede Anapa, che sottolinea come non sarà l’eventuale aumento dell’erogazione Ania a salvare il Fondo, visto che l’impegno dell’associazione delle imprese assicurative sarebbe comunque legato alla modifica della sua natura “con la conseguente implicazione che Fonage diventi come un comune Pip come tanti in circolazione (sia pur continuando a godere della contribuzione paritetica delle compagnie), venendo a cessare quel “fiore all’occhiello” che tanto ci vantavamo di avere mantenuto”. L’associazione degli agenti torna quindi a indicare la propria soluizone:
a) azzerare l’attuale Consiglio di amministrazione;
b) nominare un gruppo di advisor, esperti indipendenti che darebbe garanzie che il fondo abbia una prospettiva di continuità solida, in particolare per le giovani generazioni;
c) attuare un trasparente confronto con l’Ania partendo dal presupposto che esiste una corresponsabilità di chi, in rappresentanza di Ania, ha fatto parte del Consiglio di amministrazione alla realizzazione del risultato che è sotto gli occhi di tutti, in ogni caso con l’obiettivo comunque di trovare una soluzione che dia prospettiva al fondo.
Ma Anapa si spinge anche oltre, paventando il peggiore degli scenari possibili, ovvero la liquidazione del fondo: “nella malaugurata ipotesi di liquidazione, la prassi prevede che il commissario, una volta quantificato l’attivo netto dell’intero fondo (compreso i versamenti individuali), lo ripartisca, privilegiando prima coloro che sono già in pensione (circa 10.500 ex-agenti ed eredi), e successivamente destinando l’eventuale rimanenza tra gli agenti in attivo (circa 15.600). In pratica, la gran parte degli agenti attivi rischierebbe di perdere tutti i versamenti, non solo la quota parte erogata dalla mandante, ma anche la propria, compresi i personali versamenti aggiuntivi e integrativi”. “In ogni caso è necessario prendere atto”, prosegue Anapa, senza false illusioni che, qualunque sia la soluzione che si adotterà, comporterà grandi sacrifici per tutti. Anapa analizza quali sarebbero le ipotesi di perdite per gli agenti (attivi e non) in base a diverse ipotesi di piano di riequilibrio, partendo dalla (attualmente non negoziabile) proposta Ania e aumentando ipoteticamente il contributo dell’associazione delle imprese. Infine viene ricordato cosa accadrebbe nel caso in cui non venisse trovato un accordo tra Ania e rappresentanze degli agenti e si giungesse al commissariamento del fondo, ipotesi per la quale Anapa valuterebbe possibili azioni di responsabilità “a carico dell’organo amministrativo e di controllo” del fondo.

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