Cari colleghi,
stavo passeggiando per le vie della mia città controllando i parabrezza delle auto parcheggiate (il contrassegno era di nuovo obbligatorio) tutte le vetture esponevano il simbolo del leone alato. D’altronde non poteva essere diversamente la mia Compagnia era diventata troppo digital, futurista e “internettiana” per poterle resistere e la concorrenza era stata completamente sbaragliata.
Pensandoci bene in realtà un concorrente lo aveva ancora: un giovane che si ostinava a vendere prodotti in modo tradizionale in un piccolo ufficio in cui praticamente non entrava più nessuno e così nel mio bighellonare decisi di passare davanti alla sua agenzia.
Pur essendo ancora lontano mi accorsi che qualcuno stava entrando, anzi più mi avvicinavo e più mi accorgevo che erano tanti decine centinaia migliaia di clienti pazientemente in fila in attesa del loro turno (d’altronde stavo sognando e potevo esagerare). Più li guardavo e più mi accorgevo che erano i miei clienti quelli che entravano tristi con le disdette in mano per uscirne felici con nuovi contratti sotto braccio.
A quel punto mi misi a urlare: ehi voi ma cosa fate? fermatevi… ma questi non potevano né sentirmi ne vedermi. Mi misi allora a correre verso la vetrina e con le mani a cucchiaio intorno al viso cercai di sbirciare cosa stesse succedendo all’interno. Il giovane collega mi vide e con un gesto mi fece entrare. Ero confuso, non capivo, gli chiesi cosa stesse facendo, come potesse assicurare i miei clienti. Sorridendo mi spiegò “vedi la compagnia per cui lavoro ha capito che per fare clienti nuovi devi avere tariffe in linea col mercato, e poi si fida di me, mi lascia grande autonomia, mi permette di derogare, ampliare o limitare le garanzie in modo da fornire al cliente un’offerta davvero personalizzata. In più quando non posso farcela con le mie competenze prendo questa rubrica, scelgo un numero di telefono e chiamo il tecnico direzionale, lui mi risponde e risolviamo il problema insieme.
Completamente in preda al panico fissai la sua piccola rubrica rossa sul tavolo e mi accorsi che aveva qualcosa di familiare, ma certo, sgranai gli occhi ed esclamai “ma questa è la mia rubrica e quella sul tavolo è la mia tariffa bianca e tu…tu sei me 25 anni fa!
Lui iniziò dapprima a sorridere e poi a ridere sempre più forte ed in modo sguaiato. Mi girava la testa non riuscivo a respirare, mi misi ad urlare a pieni polmoni. Mi risvegliai, seduto sul letto con mia moglie che cercava di tranquillizzarmi dicendomi “non è niente è solo un sogno, un brutto sogno”.
Si ,le dissi riprendendomi, hai ragione è solo un sogno, un bruttissimo sogno, irreale, pura fantasia anche se ……….
Buona lettura!
Guido Dalmasso
Membro di Giunta