Con la presentazione della piattaforma dei sindacati ad Ania, ieri si è aperto il negoziato per il rinnovo del contratto dei 48mila assicurativi.
Con la presentazione della piattaforma dei sindacati ad Ania, ieri si è aperto il negoziato per il rinnovo del contratto dei 48mila assicurativi. Nel prossimo incontro, il 14 maggio, Ania risponderà alla proposta delle sigle presenti al tavolo (Fisac, Fiba, Uilca, Snfia, Fna) che sono partite dal presupposto di voler riaffermare il ruolo e la funzione della contrattazione nazionale. «Mai importante come in questo momento in cui il ruolo del contratto dell’Ania si pone in una posizione decisiva per il settore», spiega Luca Esposito, segretario nazionale Fisac responsabile per le assicurazioni. E forse mai come in questo momento con il vento favorevole per il sindacato che può parlare di «contesto economico generale di crisi noto a tutti, ma di sistema assicurativo italiano in controtendenza perché tutti gli indicatori economici, patrimoniali, di redditività hanno tenuto e in alcuni casi si sono anche posti a livelli di precrisi», continua Esposito. Non sfugge però a nessuno che «la concorrenza è diventata più complessa perchè anche il credito si sta affacciando pesantemente sul mercato delle Rc auto, ci sono state riorganizzazioni imponenti e fusioni, ci saranno cambiamenti ancor più profondi che in passato, a cominciare da gennaio 2016 quando entrerà in vigore Solvency 2», prosegue il leader degli assicurativi della Cgil. Anche per Marino D’Angelo, segretario generale degli autonomi di Snfia «questo rinnovo deve vedere la volontà di tutte e due le parti, datoriale e sociale, di scommettere mettendo sul piatto le esigenze delle imprese e quelle del lavoro. L’invito all’Ania è quello di costruire insieme, pur nel rispetto dei ruoli, le condizioni di ulteriore sviluppo del settore».
Nel cuore politico della piattaforma ci sono l’area contrattuale, in una logica chiaramente inclusiva, l’occupazione sia in termini di salvaguardia, sia in termini di ampliamento, riconoscendo anche il ruolo dei call center, il welfare e la parte economica con il recupero dell’inflazione ma anche la redistribuzione dei risultati in un settore che è in controtendenza: l’aumento richiesto è dell’8,30%. Renato Pellegrini, segretario nazionale Uilca, sottolinea che «la richiesta economica è assolutamente compatibile con le aspettative della categoria e con l’andamento del settore che registra performance eccezionali. Basta vedere gli ultimi dati dei principali gruppi. L’auspicio è che si possa fare un negoziato spedito anche perché il nostro è un settore in controtendenza». Infine i sindacati degli assicurativi, sulla scia dei bancari chiedono anche la sterilizzazione degli effetti del Jobs act, mentre sull’orario di lavoro non chiedono nessuna modifica perché le attuali previsioni sono adeguate ad andare incontro alle esigenze delle aziende. Per Roberto Garibotti, segretario nazionale Fiba Cisl, «il rafforzamento dell’area contrattuale è uno degli obiettivi più importanti così come la discussione della terza parte del contratto, quella dei lavoratori dei call center che hanno acquisito professionalità tali da svolgere l’attività degli amministrativi e che quindi chiediamo di portare dalla parte terza alla parte prima, senza però cambiare le specificità normative e di orario».
FONTE IL SOLE 24 ORE