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Ania: moratoria sulle nuove norme

19 Luglio 2014

Una moratoria di tre anni per l’emanazione di nuove norme sul mercato assicurativo, diverse da quelle connesse all’applicazione dell’accordo europeo Solvency2

 

Una moratoria di tre anni per l’emanazione di nuove norme sul mercato assicurativo, diverse da quelle connesse all’applicazione dell’accordo europeo Solvency2. È la richiesta dell’Ania, l’associazione delle imprese assicurative, contenuta in una ricerca sui costi e i benefici della regolamentazione per il settore, presentata a Roma. La moratoria richiesta non è totale: ben vengano, secondo le compagnie, le norme finalizzate alla semplificazione e quelle di «riconosciuta emergenza».Dalla ricerca, realizzata insieme alla American Chamber of Commerce in Italy, emerge che oltre il 90% del mercato assicurativo italiano giudica «eccessivo» il carico di nuova regolamentazione piovuta sul settore nell’ultimo triennio, mentre un’ampia maggioranza del campione ritiene che l’attuazione delle norme sia stata superiore in quest’arco di tempo rispetto agli anni passati. Secondo il presidente dell’Ania, Aldo Minucci, «non c’è un pregiudizio verso la regolamentazione, ma ce un tipo di regole che incide positivamente e un’altro che inserisce pesanti vincoli burocratici con ritorno solo di maggiori costi». Minucci si riferisce, in particolare,alla regolamentazione secondaria spesso «pignola, eccessiva, burocratica, fastidiosa». Per il presidente dell’Ania il legislatore dovrebbe invece, prima di varare una norma, «correlare gli obiettivi che si pone con i costi che questa comporta». Inoltre è indispensabile applicare il principio di proporzionalità per non creare un danno «alla competitività del sistema italiano» nei confronti degli assicuratori di altri paesi. Nel corso della tavola rotonda seguita alla presentazione del rapporto, i rappresentanti dell’associazione degli assicuratori hanno poi ribadito le loro perplessità sulla disposizione del decreto-Competitività che, pur prevedendo la possibilità per le assicurazioni di erogare finanziamenti diretti alle imprese, stabilisce che, in pratica, i prenditori dei finanziamenti siano scelti dalle banche. Una disposizione che secondo il consigliere dell’Ivass Alberto Corinti è opportuna, perchè tiene conto del fatto che «nessuno può dire che in media il settore assicurativo italiano oggi sia attrezzato a fare credito». Ma per il capo della segreteria tecnica del ministero dello Sviluppo, Stefano Firpo, in sede di conversione del decreto questo vincolo potrebbe forse essere reso meno rigido.

FONTE IL SOLE 24 ORE