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ANIA, SIAMO ANCORA A METÀ STRADA

NewSintesi e Rassegna Stampa | 18 Giugno 2018 | 0

Le modifiche legislative e normative giungono di solito trainate dalla necessità di far scendere i prezzi dei premi Rc auto e in quest’ultima tornata, il legislatore si è spinto persino a prevedere sconti obbligatori, entrando sostanzialmente nella dinamica competitiva delle imprese, in maniera vagamente dirigistica. Abbiamo visto che l’intervento dell’Ivass ha in parte attenuato l’effetto prescrittivo delle norme, affidando ai movimenti di mercato l’importo degli sconti.

Tuttavia, le incertezze permangono, come ha precisato a Insurance Review, Umberto Guidoni, il responsabile auto di Ania: “dovremo verificare – ha spiegato – se effettivamente gli sconti obbligatori avranno un effetto benefico in termini di riduzione dei prezzi, perché talvolta l’eccessiva regolamentazione rischia di ingessare il mercato”.

Secondo l’Ivass, uno degli effetti principali delle innovazioni normative di questi ultimi anni nell’Rc auto è stata proprio la continua discesa strutturale del premio medio, anche nel differenziale tra le province. Anche secondo l’Ania, gli interventi sono stati “di grande rilievo” e Guidoni ricorda soprattutto quello relativo alle lesioni micro permanenti, che più ha inciso sulla discesa dei prezzi. “L’insieme degli interventi – aggiunge il dirigente Ania – unito alla maggiore personalizzazione delle polizze, all’utilizzo della tecnologia e al calo della frequenza degli incidenti, ha contribuito a ridurre il costo dei sinistri e, di conseguenza, il premio dell’assicurazione”.

 

 

 

UN ASSICURATO PIÙ FACILE DA CAPIRE

 

Un altro fattore che ha contribuito a ridurre i premi è stato un nuovo approccio contro le frodi, in parte già evidenziato da Guidoni, che ha citato la norma sulle micro permanenti. Ora l’Ania si attende ulteriori benefici dall’attestato di rischio dinamico: uno strumento che promette di essere più efficace per limitare le truffe e anche per personalizzare meglio il profilo di rischio dell’assicurato. “L’attestato di rischio dinamico – spiega Guidoni – consentirà di recuperare anche gli incidenti denunciati dopo oltre un anno dal loro accadimento, fenomeno diffuso in Italia e che in alcune province riguarda un sinistro su tre. Inoltre – continua – è molto positivo che il regolamento di Ivass preveda un periodo più esteso di osservazione degli incidenti dell’assicurato, che passerà da cinque a 10 anni”.

Le nuove regole tendono tutte verso la personalizzazione e la conoscenza più accurata degli assicurati. Anche quelle sull’assegnazione delle classi di conversione universale vanno in quella direzione. Coinvolgendo nuove categorie, le modifiche tentano d’incontrare le mutate esigenze sociali e si focalizzano più sul concetto di utilizzo del mezzo che su quello di proprietà. Insomma, “un provvedimento necessario – sottolinea il responsabile auto – che si attendeva da tempo e che consentirà alle imprese di inquadrare meglio situazioni che la normativa attuale non permetteva di definire”. Molto importanti sono gli interventi in favore delle coppie unite civilmente e dei portatori di handicap: il tutto “s’inquadra – precisa Guidoni – in una visione normativa complessiva che tiene conto di condizioni sociali via via sempre più riconosciute”.

 

 

BONUS-MALUS A SCARSA MUTUALITÀ

 

Quindi capitolo chiuso? L’Rc auto ha risolto tutti i suoi problemi? Purtroppo non è così. Secondo l’Ania, “siamo ancora a metà strada”. In primis, mancano ancora le tabelle sulle macro lesioni, un tema aperto ormai da troppo tempo e su cui l’associazione delle imprese continua a battere ininterrottamente; e poi anche sugli interventi recenti, occorreva spingersi ancora più in là. L’Ania avrebbe voluto, per esempio, “la possibilità di accedere all’Archivio integrato antifrode anche al momento della sottoscrizione della polizza e non solo in fase di risarcimento del danno”, specifica Guidoni.

E infine, il capitolo del bonus-malus: un meccanismo che sebbene appena rivisto, andrebbe “riformato profondamente”, poiché al momento, conclude Guidoni “registra più dell’80% degli assicurati nelle prime classi di merito e lo spopolamento delle classi d’ingresso fa venire meno la capacità del sistema di garantire la necessaria mutualità. Oltre al fatto che non è incentivante per chi guida in modo corretto”.

FONTE INSURANCE REVIEW

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