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Assicurazioni I cinque cavalieri della nuova «Vita»

31 Marzo 2014

Le Generali riorganizzano le attività italiane e puntano su brand del Leone, Intesa Sanpaolo rivendica la leadership e vuole formare un mega polo assicurativo, UnipolSai è ormai la realtà dell’ultima fusione possibile fra grandi protagonisti del settore, Poste Vita sarà presto privatizzata con la casa madre, Allianz ha appena acquisito 1,1 miliardi di premi ex Milano con un rafforzamento consistente.

 

Le Generali riorganizzano le attività italiane e puntano su brand del Leone, Intesa Sanpaolo rivendica la leadership e vuole formare un mega polo assicurativo, UnipolSai è ormai la realtà dell’ultima fusione possibile fra grandi protagonisti del settore, Poste Vita sarà presto privatizzata con la casa madre, Allianz ha appena acquisito 1,1 miliardi di premi ex Milano con un rafforzamento consistente. C’è grande movimento fra i cinque superbig delle polizze del nostro Paese: è cominciata una «grande guerra» sulle nuovi basi che ciascun player sta costruendo.
Al centro
Significativo del clima che si sta vivendo è un passaggio del piano d’impresa che Intesa San Paolo ha presentato al mercato venerdì. Fra i punti qualificanti del business plan c’è proprio la crescita nel settore assicurativo e la slide numero 31 illustrata agli analisti deve aver fatto sobbalzare Mario Greco, group ceo delle Generali: secondo le proiezioni «basate sugli ultimi dati disponibili» Intesa Sanpaolo si presenta come il polo (con Fideuram vita) numero uno del settore nel nostro Paese con circa 20 miliardi di premi. Ciò significa che in questa classifica (che non cita i nomi dei concorrenti ma indica solo le cifre di raccolta delle principali società) il Leone di Trieste, con 19,5 miliardi, è al secondo posto.
La sfida per la leadership nel nostro mercato è dunque cominciata. Intesa Sanpaolo sta costruendo il maxipolo della bancassurance intorno alla compagnia vita guidata da Gianemilio Osculati, che nel 2013 ha realizzato 14 miliardi di premi (volume quasi raddoppiato rispetto a 12 mesi prima). Ancora non è noto quale «forma» avrà il polo alla fine del periodo di piano d’impresa, cioè al 2017: si sa che comprenderà Fideuram vita (oggi sotto Banca Fideuram), Intesa Sanpaolo vita e Intesa Sanpaolo assicura, la compagnia danni che realizza 200 milioni di premi e che è previsto quadruplichi la raccolta. Venerdì è stato detto che si va verso una piattaforma unica di information technology e una centralizzazione delle attività di back-office , con un percorso quindi di sinergie e riduzione di costi.
Chiusi da tempo i rapporti di partnership nella bancassurance (e attenuate le reciproche partecipazioni), Intesa e Generali ora si contendono dunque la posizione di numero uno sul mercato domestico. La riorganizzazione del gruppo triestino impostata da Greco prevede in Italia, che per la compagnia rappresenta il 30% del business , un «immenso lavoro», come lo ha definito il 21 marzo Philippe Donnet, il nuovo country manager e amministratore delegato di Generali Italia. Dopo il riassetto societario e del portafoglio marchi (portati da 10 a 3), è stata avviata l’integrazione delle strutture tecniche, distributive e operative. Un passaggio che porterà nel 2016 ad avere nel nostro Paese 3 mila punti vendita con un’unica offerta di prodotti e un unico marchio e una gamma prodotti sfoltita da 270 a 70. Con un investimento previsto di 300 milioni.
Polo cooperativo
Ovviamente più complesso è il piano d’integrazione e industriale di UnipolSai, guidata da Carlo Cimbri. Complesso non solo perché sconta le difficoltà di qualsiasi merger , ma anche perché è stato particolarmente travagliato il percorso che ha portato all’unione e che ha visto solo poche settimane fa l’ultimo passaggio, peraltro molto significativo in termini di numeri, con la cessione di 1,1 miliardi di premi ad Allianz Italia. Dismissione in linea con gli impegni presi con l’Antitrust in sede di approvazione del progetto di fusione fra la compagnia della Lega delle cooperative e quella prima controllata dalla famiglia Ligresti, salvata dal collasso proprio grazie all’intervento di Unipol. Da due gruppi medio-grandi è nato il terzo big che nel 2013 ha realizzato una raccolta di 15,4 miliardi di premi, con una prevalenza nei rami danni (9,3 miliardi contro i 6,1 nel vita). Se poi si considera tutto il gruppo Unipol, che controlla anche Linear, Unisalute e Arca, i premi salgono a 16,8 miliardi. Ora, dopo l’accordo con Allianz, il perimetro della raccolta di UnipolSai va considerato intorno ai 14,3 miliardi: con il portafoglio di 1,1 miliardi di premi sono stati cedute 730 agenzie e 500 dipendenti. L’operazione aggiorna anche gli obiettivi di piano al 2015 presentati a fine 2012.
Ha compiuto invece un balzo in avanti Allianz Italia: la raccolta che a fine 2013 era pari a 12,4 miliardi (8,4 nel vita, il resto nei danni) con una crescita di quasi il 20%, dopo l’acquisizione del pacchetto ex Milano assicurazioni va considerata pari a circa 13,5 miliardi: fra le due compagnie che hanno realizzato la transazione si ha dunque una sorta di testa a testa nella classifica dei big. La filiale italiana del gruppo assicurativo tedesco ha cambiato numero uno da gennaio con l’arrivo di Klaus-Peter Roehler, che ha lasciato l’incarico di ceo in Svizzera dopo essere stato per cinque anni (dal 2007 al 2011) direttore generale nel nostro Paese.
Colpo grosso
A parte l’acquisizione, che rappresenta un colpo grosso visto che sembrano ormai rare le occasioni di crescita esterna nel nostro mercato, Allianz Italia ha anche sviluppato un modello di business digitale destinato a trasformare la agenzie (la società ha unificato le reti distributive in un unico network ) e a diventare prototipo per l’intero gruppo. Modello che è sostenuto da una campagna pubblicitaria partita proprio ieri.
Più o meno alla stessa posizione in classifica aspira però anche Poste vita, guidata da Maria Bianca Farina. Nel 2013, con una crescita del 25,3%, la raccolta della compagnia che verrà presto collocata sul mercato con il resto del gruppo è salita a 13,2 miliardi. Ciò significa che nel ramo previdenziale è al secondo posto dopo Generali Italia, che nel vita raccoglie 13,3 miliardi. La privatizzazione porterà verosimilmente cambiamenti importanti in tutto il gruppo Poste Italiane e anche nel settore assicurativo che ha registrato una crescita record visto che solo nel 2007 realizzava una raccolta pari a 5 miliardi mentre oggi rappresenta metà del fatturato consolidato. Si è già fatto il nome di Mario Greco, che però ha smentito. Senza dubbio solo una suggestione, ma che la dice lunga sulla «vivacità» della grande battaglia delle polizze in atto in Italia.

FONTE: CORRIERE ECONOMIA