Per il capo del servizio vigilanza intermediari assicurativi dell’Ivass il ruolo degli intermediari deve essere ridefinito e deve far leva sulla professionalità e sulle competenze. Più che in passato.
«L’intermediazione tradizionale si deve svecchiare. Le sfide vanno colte; non ci si può arroccare sul fatto che si rappresenta una quota consistente di mercato perché lo dice la storia». È quanto ha sostenuto Maria Luisa Cavina (nella foto), capo del servizio vigilanza intermediari assicurativi dell’Ivass, nel corso di un recente convegno organizzato da Insurance Connect sulla consulenza nel mondo dell’intermediazione assicurativa.
«I nuovi scenari e le nuove tendenze in atto, tra cui l’ingresso di nuovi soggetti sul mercato, la multicanalità, la dematerializzazione e la digitalizzazione, portano a riconsiderare il ruolo dell’intermediario tradizionale. E anche se, a mio parere, queste tendenze generali non vanno prese e considerate come un modello perfetto da applicarsi ovunque, non vanno ignorate», ha sottolineato Cavina.
Cosa deve fare l’intermediario per continuare a stare sul mercato? «Valorizzare la sua professionalità e le sue competenze, che non devono e non possono essere ridotte a una capacità di vendere e basta», ha detto il dirigente di Ivass. «Deve cercare di possedere delle competenze più ampie. Oggi, per l’intermediario ci sono possibilità di sviluppo e di profittabilità in settori che non sono stati finora esplorati e dove il peso della consulenza è sicuramente centrale, dal momento che si tratta di vendere un prodotto che deve essere tagliato su misura».
FONTE TUTTO INTERMEDIARI