Rischia di coprirsi di nuvole il cielo sopra la trattativa del rinnovo del CCNL dipendenti delle agenzie di assicurazione in gestione libera attualmente in corso tra le Rappresentanze Sindacali Nazionali dei dipendenti di agenzia (Fiba Cisl, Fisac Cgil, Fna e Uilca) e le Associazioni datoriali degli agenti Anapa ed Unapass-Rete ImpresAgenzie.
Rischia di coprirsi di nuvole il cielo sopra la trattativa del rinnovo del CCNL dipendenti delle agenzie di assicurazione in gestione libera attualmente in corso tra le Rappresentanze Sindacali Nazionali dei dipendenti di agenzia (Fiba Cisl, Fisac Cgil, Fna e Uilca) e le Associazioni datoriali degli agenti Anapa ed Unapass-Rete ImpresAgenzie.
Dopo che nell’ultimo incontro del 22 gennaio erano emerse le prime nette distanze tra Anapa-Unapass e OO.SS. in merito alle considerazioni iniziali delle associazioni datoriali sui vari aspetti del rinnovo contrattuale, si è aperto un ulteriore fronte di contrasto tra le parti a seguito delle dichiarazioni rilasciate ad Intermedia Channel da parte di Piergiorgio Pistone, responsabile per Unapass dei rapporti con le organizzazioni sindacali.
Le parole di Pistone sono risultate indigeste soprattutto alla Uilca, che in un comunicato diffuso lo scorso 3 febbraio e firmato dal responsabile della Commissione Nazionale Appalto Uilca Giobatta Martini ha inteso piantare una serie di paletti in vista del prossimo incontro previsto per il 3 e 4 marzo p.v.
“L’annosa questione della flessibilità delle prestazioni lavorative è ormai patrimonio ampiamente condiviso della stragrande maggioranza dei sindacalisti del settore assicurativo”, scrive Martini, che però poi ricorda come la stessa flessibilità “comportando una diversa distribuzione oraria delle prestazioni lavorative che incide pesantemente nella vita privata delle lavoratrici e dei lavoratori, è una variabile contrattuale costosa per i datori di lavoro e problematica per i lavoratori. Ad un tavolo in cui ad ogni ricorrenza programmatica si sottolinea, da parte dei datori di lavoro, lo stato di grave crisi, pare molto molto difficile affrontare seriamente un tema così impegnativo, anche economicamente. A meno che le controparti, come scuola recente di qualche multinazionale, non vogliano far lavorare “gratis” i dipendenti”.
“Temiamo purtroppo il ripetersi di velleità pseudo-manageriali già viste nella precedente trattativa – prosegue Martini – ove passammo mesi (se non anni) a modificare l’inquadramento dei dipendenti, su richiesta datoriale, per poi sentirci dire che il contratto era troppo costoso a causa delle modifiche all’inquadramento richieste dalle controparti”.
Le organizzazioni sindacali, ricorda l’esponente Uilca, per giungere ad una celere definizione del contratto sono disponibili “a non soffermarsi nel dibattito di una parte normativa da rimaneggiare in forma sostanziale ove agibilità sindacali, sicurezza sui luoghi di lavoro (con l’aumento dei casi di stress e delle rapine nelle agenzie), premi aziendali e contrattazione di II livello necessiterebbero sicuramente di un maggiore impegno economico dei datori di lavoro”.
La chiusura di Martini mostra decisamente tutta la distanza attualmente presente tra le parti e l’irritazione della Uilca per quanto letto nei giorni scorsi: “Sarebbe sempre opportuno, prima di dichiarazioni od interviste, rientrare nella realtà delle cose fattibili. Se ci sono i soldi e la volontà politica tutti i temi sono trattabili e, forse, risolvibili. Se si è in crisi, dopo anni ed anni di lauti guadagni, non si pensi di fare pagare ancora di più questa situazione (dopo le centinaia di casse integrazioni in deroga, di riduzioni di orario e di licenziamenti) alle lavoratrici ed ai lavoratori”.
FONTE INTERMEDIA CHANNEL