Il pensiero di Carlo Bracci sul concetto di “garanzia”
Cari colleghi,
dalla fine del 2015, periodo rimasto nella memoria degli Italiani per la brusca scoperta dell’esistenza del bail-in (legge che risale invece al 2013), venuto alla ribalta a causa del clamore suscitato dal sostanziale “fallimento” di 4 banche italiane (Banca Marche, Banca Etruria, Cassa di Risparmio di Ferrara, Cassa di Risparmio di Chieti) e del coinvolgimento di migliaia di risparmiatori, è passato oramai del tempo e l’italiano medio è tornato a dormire sonni tranquilli sotto la coperta della “garanzia del conto corrente” fino a 100mila euro.
Ma siamo sicuri che si possano dormire sonni tranquilli? A leggere la cronaca non si direbbe. Il febbraio scorso, infatti si è registrato sotto il silenzio più assordante il sostanziale fallimento di un’altra banca italiana, Banca Base. In conseguenza di ciò il 17 febbraio, “Il Sole 24 Ore”, scriveva :<<…….Una misura straordinaria che prevede il blocco dei conti correnti e di qualsiasi operazione bancaria di pagamento. Una misura che sembrava destinata a rimanere sulla carta e che, invece, è stata applicata a Catania e ha messo in difficoltà i circa 2000 correntisti e i 600 azionisti di Banca Base (Banca sviluppo economico) da qualche giorno in amministrazione straordinaria……..>>.
Da questo si può dedurre che se una banca “fallisce” la prima cosa che succede è che ti bloccano il conto corrente! I soldi saranno quindi anche “garantiti” ma non li posso ri-avere. E se la liquidità di cui dispongo è tutta in quel conto corrente, che succede?
Niente, nulla da fare, i soldi benché “garantiti”, fino a nuovo ordine non si toccano. Ma nell’episodio di Banca Base si aggiunge un altro elemento, ossia all’ultima ora del giorno della scadenza del blocco dei conti, infatti, notizia esce la notizia che : <<……. Il provvedimento di blocco è stato prorogato per un altro mese…….Un provvedimento, quello del blocco dei conti, ritenuto a suo tempo necessario dal commissario a causa della mancanza di liquidità nelle casse del piccolo istituto di credito che aveva al momento del commissariamento una sovraesposizione (debiti) pari a tre volte la disponibilità effettiva……..>>.
Come finirà? Mah, sinceramente non saprei cosa dire ai risparmiatori illusi e rassicurati fino all’ultimo della “garanzia” del conto corrente.
Su “Il Sole 24 Ore” di questi giorni è possibile leggere che :<<……..il caso delle quattro banche ha determinato un cambiamento «culturale» nell’approccio dei clienti nei confronti degli istituti di credito. La solidità patrimoniale della banca è diventata uno dei principali criteri di scelta per i depositanti……>>.
Sarà vero? Io ho il sospetto che se ancora siamo qui a parlare e scrivere su questo tema mi sa che in tanti non hanno proprio ancora capito che le regole del gioco sono cambiate……
Cosa ci insegna tutto questo?
Che bisogna scegliere bene la propria banca, non lasciarsi abbindolare dal “stai tranquillo” del bancario di turno, e imparare a non lasciare troppi soldi sul conto corrente, adottando adeguate strategie di protezione ma, soprattutto facendo proprio il principio della diversificazione dei propri investimenti.
Buona lettura
Carlo Bracci
Componente di Giunta