“CHI HA TEMPO NON ASPETTI TEMPO”
Il pensiero della settimana di Fulvio Galli
Cari colleghi,
secondo uno studio del colosso delle riassicurazioni Munich Re le perdite globali dovute a catastrofi naturali nel corso del 2020 sono ammontate a 210 miliardi di dollari, di cui solamente il 60%(82 miliardi di dollari) erano assicurate. La ricerca evidenzia un rilevante incremento rispetto all’anno precedente, in particolare negli Stati Uniti dove i danni per le catastrofi naturali sono quasi raddoppiati passando dai 51 miliardi di dollari del 2019 ai 95 miliardi dello scorso anno. Il solo uragano Laura, ad esempio, l’evento più distruttivo in Usa, ha lasciato dietro di sé perdite per circa 13 miliardi di dollari.
In Australia le tempeste tropicali nel nord del paese, provocate dal “climate change”, hanno mandato alle stelle i prezzi delle coperture catastrofali aumentati del 178% nel periodo tra il 2007-2019. Nell’isola di Hamilton, in particolare, assicurare la casa ed il suo contenuto contro i danni di un uragano costa ormai circa 15mila dollari l’anno.
Le conseguenze di questo trend negativo sono duplici, da un lato i consumatori sono sempre meno in grado di acquistare una polizza e ciò fa aumentare il protection gap, dall’altro le compagnie dirette e i riassicuratori riducono la capacità assicurativa disponibile e stanno cercando nuove metodologie mirate ad alleggerire questo peso. Un esempio è la creazione di prodotti finanziari ad hoc, come il cat bond utilizzato per trasferire sul mercato finanziario i rischi che l’industria assicurativa non è più in grado di assorbire. Questo strumento ha raggiunto nel 2020 la cifra record di 11 miliardi di dollari.
Eppure nonostante tutto gli italiani continuano ad essere indifferenti al crescere dei loro rischi e proseguono ad attribuire poca importanza alle coperture sulle loro abitazioni. Si assiste al paradosso di una popolazione che individua nella casa il principale rifugio dei propri risparmi (oltre il 75 % delle famiglie vive in un immobile di proprietà) ma che, nonostante una parte consistente del territorio nazionale sia a rischio sismico o idrogeologico, lo assicura pochissimo (solo il 40% delle case ha una copertura assicurativa di qualche genere ed appena il 2% è protetto contro le grandi catastrofi).
Che sia per un retaggio culturale o forse perché in Europa la situazione è meno grave che in altre parti del mondo (nel 2020 si sono registrati un minor numero di disastri naturali e le perdite si sono attestate a “soli” 12 miliardi di dollari) l’allarme qui da noi sta suonando meno forte ma questo non vuol dire che non sia importante prevenire piuttosto che disperarsi poi.
E allora perché in questo 2021 che si sta profilando sempre più figlio dell’anno precedente non approfittare di questa situazione per concentrarci su un mercato che continua ad essere per noi molto redditizio?
Sta a noi, alla nostra professionalità consulenziale al ruolo sociale che ci siamo ritagliati con gli anni, di portare all’attenzione dei nostri clienti l’importanza che sempre più queste coperture devono avere all’interno di una giusta programmazione assicurativa familiare. Ma è altrettanto importante il contributo delle Compagnie che devono supportarci con prodotti competitivi con il resto del mercato, se così non sarà il nostro sforzo finirà per somigliare a quello di Sisifo.
Facilità di sensibilizzazione, educazione assicurativa e perché no buona retribuzione. Da qualunque parte la si guardi si vedono solo aspetti positivi.
Buona lettura
Fulvio Galli
Segretario GA-GI