Cari colleghi,
c’è una frase apparentemente banale che, a mio avviso,racchiude tutta l’essenza del nostro essere, anni di lavoro, professionalizzazione, capacità organizzative che “semplicemente” si condensano in cinque parole: Noi dobbiamo vendere polizze Generali. Però se anziché leggerla tutta d’un fiato provassimo a pronunciarla parola per parola (oggi diremmo step by step) ne comprenderemmo ben presto la complessità e allo stesso tempo, che per poterla scriverla nella sua interezza, occorre la volontà combinata di due distinti soggetti.
Proviamo allora, a comprenderne il significato:
- NOI: Si perché è di noi che parliamo, del nostro lavoro, delle nostre aziende-agenzie di tutto il personale che al loro interno trova occupazione e sicurezza economica grazie a questo mestiere.
- DOBBIAMO: Qui non c’è spazio per altri verbi, dovere è il verbo giusto e il tempo non a caso è l’imperativo. Non abbiamo scelte, non possiamo procrastinare, dobbiamo “senza se e senza ma” perché è da questa attività che derivano i nostri guadagni ovvero il risultato fra gli incassi (in continua contrazione) e le crescenti spese.
- VENDERE: Siamo nati “venditori” in decenni di impegno ci siamo specializzati e perfezionati diventando consulenti e faticando tanto da diventare, permettetemi la supponenza, fra i migliori del settore
- POLIZZE: l’ovvietà di questa parola è quasi disarmante, ciò che noi sappiamo “ vendere” sono le polizze assicurative a copertura dei rischi.
Qui, come vi dicevo all’inizio, c’è il sunto della nostra attività lavorativa e qui parimenti finisce la parte imputabile alla sola nostra volontà.
Anche se il mondo intorno a noi è radicalmente cambiato, per noi iscritti al GaGI i fatti concreti liberati dagli inutili orpelli continuano ad essere il nostro pane quotidiano.
Quindi abbiamo condiviso le analisi che ci venivano via via presentate: l’evoluzione del mercato vita con la sua sensibile riduzione dei margini di guadagno, i sinistri che flagellando i rami Rca e danni ne determinavano i continui aumenti tariffari ecc. accettando, per spirito di appartenenza, i sacrifici (non solo economici) che ci sono stati chiesti in nome della sopravvivenza stessa della Compagnia.
Però quando leggiamo i risultati che ogni anno, con incredibile costanza, vengono proclamati al mondo intero la nostra storica “fede” vacilla. Noi siamo persone semplici e fatichiamo a comprendere come sia possibile che in un contesto così “cupo” qual è quello che ci viene quotidianamente descritto, altri player del settore continuino a porre in essere politiche di aggressione del mercato, mentre in casa nostra l’unica luce che continua a brillare sia quella degli utili (cito testualmente da un articolo de “Il Sole 24 ore”: “Generali batte le stime, utile netto del primo semestre 2017 in crescita del 3,7 % a 1,2 miliardi”.
5) GENERALI : Ed eccola, last but not least, la parola che non possiamo più scrivere da soli.
Il nostro lavoro deve continuare comunque, che ciò avvenga in rigorosa esclusiva o che si insinui il concetto di collaborazioni non dipende solo da noi, sarà proprio Generali Italia con le sue nuove tariffe a stabilirlo (prima fra tutte la prossima Rca ). Se sapranno essere competitive noi, come la gloriosa Arma dei Carabinieri, sapremo essere fedeli per i prossimi secoli, in caso contrario, Monsieur de la Palice, noi per sopravvivere dobbiamo vendere polizze.
Buona lettura!
Guido Dalmasso
Componente di Giunta