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CI-GÎT MONSIEUR DE LA PALICE. SI IL N’ÉTAIT PAS MORT, IL SERAIT ENCORE EN VIE (Qui giace il signore de La Palice. Se non fosse morto, sarebbe ancora in vita)

NewSintesi e Rassegna Stampa | 14 Gennaio 2018 | 0
CI-GÎT MONSIEUR DE LA PALICE. SI IL N’ÉTAIT PAS MORT, IL SERAIT ENCORE EN VIE (Qui giace il signore de La Palice. Se non fosse morto, sarebbe ancora in vita)

Cari colleghi,

c’è una frase apparentemente banale che, a mio avviso,racchiude tutta l’essenza del nostro essere, anni di lavoro, professionalizzazione, capacità organizzative che “semplicemente” si condensano in cinque parole: Noi dobbiamo vendere polizze Generali. Però se anziché leggerla tutta d’un fiato provassimo a pronunciarla parola per parola (oggi diremmo step by step) ne comprenderemmo ben presto la complessità e allo stesso tempo, che per poterla scriverla nella sua interezza, occorre la volontà combinata di due distinti soggetti.

Proviamo allora, a comprenderne il significato:

  • NOI: Si perché è di noi che parliamo, del nostro lavoro, delle nostre aziende-agenzie di tutto il personale che al loro interno trova occupazione e sicurezza economica grazie a questo mestiere.
  • DOBBIAMO: Qui non c’è spazio per altri verbi, dovere è il verbo giusto e il tempo non a caso è l’imperativo. Non abbiamo scelte, non possiamo procrastinare, dobbiamo “senza se e senza ma” perché è da questa attività che derivano i nostri guadagni ovvero il risultato fra gli incassi (in continua contrazione) e le crescenti spese.
  • VENDERE: Siamo nati “venditori” in decenni di impegno ci siamo specializzati e perfezionati diventando consulenti e faticando tanto da diventare, permettetemi la supponenza, fra i migliori del settore
  • POLIZZE: l’ovvietà di questa parola è quasi disarmante, ciò che noi sappiamo “ vendere”  sono le polizze assicurative a copertura dei rischi.

 

Qui, come vi dicevo all’inizio, c’è il sunto della nostra attività lavorativa e qui parimenti finisce la parte imputabile alla sola nostra volontà.

     Anche se il mondo intorno a noi è radicalmente cambiato, per noi iscritti al GaGI i fatti concreti liberati dagli inutili orpelli continuano ad essere il nostro pane quotidiano.

     Quindi abbiamo condiviso le analisi che ci venivano via via presentate: l’evoluzione del mercato vita con la sua sensibile riduzione dei margini di guadagno, i sinistri che flagellando i rami Rca e danni ne determinavano i continui aumenti tariffari  ecc. accettando, per spirito di appartenenza, i sacrifici (non solo economici) che ci sono stati chiesti in nome della sopravvivenza stessa della Compagnia.

Però quando leggiamo i risultati che ogni anno, con incredibile costanza, vengono proclamati al mondo intero la nostra storica “fede” vacilla. Noi siamo persone semplici e fatichiamo a comprendere come sia possibile che in un contesto così “cupo” qual è quello che ci viene quotidianamente descritto, altri player del settore continuino a porre in essere politiche di aggressione del mercato, mentre in casa nostra l’unica luce che continua a brillare sia quella degli utili (cito testualmente da un articolo de “Il Sole 24 ore”: “Generali batte le stime, utile netto del primo semestre 2017 in crescita del 3,7 % a 1,2 miliardi”.

          5)   GENERALI : Ed eccola, last but not least, la parola che non possiamo più scrivere da soli.

 

Il nostro lavoro deve continuare comunque, che ciò avvenga in rigorosa esclusiva o che si insinui il concetto di collaborazioni non dipende solo da noi, sarà proprio Generali Italia con le sue nuove tariffe a stabilirlo (prima fra tutte la prossima Rca ). Se sapranno essere competitive noi, come la gloriosa Arma dei Carabinieri, sapremo essere fedeli per i prossimi secoli, in caso contrario, Monsieur de la Palice, noi per sopravvivere dobbiamo vendere polizze.

 

Buona lettura!

Guido Dalmasso

Componente di Giunta

 

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