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Congiu (UNAPASS): Con il ricorso al TAR difendiamo la categoria

2 Settembre 2014

Alla ripresa dalla pausa estiva freddina e piovosa, incontriamo il Presidente UNAPASS Massimo Congiu, che inizia l’autunno caldo delle relazioni sindacali depositando al TAR un’istanza di sospensione cautelare del provvedimento Antitrust

 

Nemmeno il tempo di riabituarsi alla quotidianità e di riprendere il ritmo che oggi, 2 settembre, la vertenza che contrappone UNAPASS al provvedimento Antitrust I702 e ad alcune tra le maggiori imprese del Mercato inizia il suo percorso nelle aule giudiziarie.

Presidente Congiu, UNAPASS ha depositato un’istanza di sospensione cautelare del provvedimento: cosa significa?

Il provvedimento Antitrust ha reso vincolanti gli impegni che le imprese hanno assunto in seguito ai risultati delle indagini relative agli ostacoli all’esercizio del plurimandato. Tra questi, alcune imprese hanno assunto l’obbligo di eliminare il riferimento all’accordo nazionale agenti e di trattare gli istituti di liquidazione e rivalsa in ambito aziendale, iniziando da subito (la prima riunione è stata indetta da UnipolSai lo scorso 26 agosto, ndIMC). Riteniamo che la legge e gli accordi stipulati fin dal 1949 non possano essere ignorati nè cancellati con un colpo di spugna. Di fronte all’attualità di questo pericolo ed al grave danno che ne deriverebbe da subito a tutta la categoria, abbiamo ritenuto di chiedere al giudice di sospendere l’operatività del provvedimento con riferimento alle parti impugnate, in attesa che la vertenza abbia il suo corso e venga decisa nel merito.

Ritenete che il giudice vi ascolterà?

Non ci è possibile, e comunque sarebbe un esercizio futile, prevedere cosa verrà deciso. In ogni caso l’istanza è una cautela nei confronti della categoria messa a dura prova su più fronti contemporaneamente: indennità, rivalsa, previdenza complementare (Fondo Pensione Agenti, ndIMC). Se il giudice ci ascolterà avremo una possibile riapertura del tavolo di trattative conANIA come da più parti (imprese e agenti) auspicato.

Quindi, in ipotesi, un agente che dovesse andare in pensione o sciogliere il proprio rapporto con l’ impresa non avrebbe regole?

Beh, attualmente è così. Se non fosse tragico sarebbe addirittura ridicolo: un agente che andasse in pensione (nell’ipotesi in cui il provvedimento non venisse sospeso) si troverebbe privo di regole certe per quanto riguarda la sua indennità e, vista la situazione del Fondo Pensione Agenti, anche in grave pericolo con la sua pensione, pur facendo parte di una categoria che intermedia circa l’80% della raccolta delle compagnie con utili record.

Ma allora la sospensione diviene fondamentale?

Diviene fondamentale nel momento in cui costituisce e viene percepita come un invito a riprendere la trattativa e a cercare soluzioni condivisibili. Espone i Gruppi agenti e le imprese a scelte importanti e ad assunzioni di responsabilità politiche e non solo.

In che modo?

Un sistema imperfetto, normalmente, prelude ad un aumento esponenziale delle liti giudiziarie e delle cause data l’incertezza che genera. In questo caso poi, più che il “portafoglio” inteso come insieme di polizze, il provvedimento tocca i “portafogli” degli agenti, sopratutto dopo una vita di lavoro oppure al contrario pensando alla rivalsa, proprio al momento dell’inserimento nel mondo del lavoro da parte di un intermediario che deve subentrare ad un altro.

Immaginare un mondo senza regole, o con regole da trattare in tempi lunghi dopo il silenzio assordante degli ultimi sette anni e gli interventi legislativi che si sono succeduti dalle Leggi Bersani in poi, è pericoloso e probabilmente inutile.

FONTE INTERMEDIA CHANNEL