Al voto solo una lista guidata dal numero uno del sindacato. Accordo sfumato all’ultimo per un Esecutivo Nazionale composto anche da rappresentanti di altre anime presenti nell’organizzazione, che a loro volta hanno rinunciato a presentare una candidatura alternativa, per agevolare l’unità della categoria di fronte ai problemi degli agenti
Claudio Demozzi è stato rieletto alla presidenza del Sindacato nazionale agenti con 264 voti su 354 agenti che si sono espressi. Le schede nulle sono state 58, mentre le bianche 32. Gli aventi diritto presenti erano 409. È stata presentata una sola lista, quella appunto del presidente uscente, che però non è riuscita a unificare tutte le anime del sindacato, in primis quella guidata da Roberto Salvi.
Durante la prima giornata del congresso di Ferno (Varese), lunedì 28 luglio, erano state intraprese alcune trattative per cercare di presentare un’unica lista, capitanata comunque da Claudio Demozzi, ma che fosse espressione delle due principali correnti, cioè quella del presidente e quella che fa rifermento a Salvi. Poi il nulla di fatto, niente accordo sui nomi da inserire in lista e il ritiro del gruppo di Salvi, che rinuncia a presentare una candidatura alternativa, nonostante, assicurano gli interessati, i nomi ci fossero già.
Una scelta nel segno della continuità quindi, ma anche della necessità. Il congresso non ha fatto nulla per nascondere l’esistenza di una minoranza interna di cui, tuttavia, si è persa l’occasione di pesare con i voti. Demozzi si riconferma così a capo del sindacato, ma non centra l’obiettivo di coinvolgere nella sua azione tutte le correnti che coesistono nello Sna.
È indubbio che l’assise convocata in sessione straordinaria abbia espresso in tutte le sue componenti un desiderio di compattezza, per dimostrarsi più forti di fronte agli interlocutori (soprattutto Ania). Anche dai sostenitori di Demozzi è arrivato l’appello a non sprecare le intelligenze e le capacità interne allo Sna, a partire da Salvi e dalle minoranze. Secondo Francesco Pavanello, presidente di Fpa, Demozzi resta “uno dei migliori leader sindacali, ma con dei limiti. Bisogna stargli vicino – ha detto -, senza trascurare le altre risorse interne a causa di divisioni incomprensibili. Non deragliamo dalla giusta politica”.
Demozzi chiama alla mobilitazione di tutti, su tutti i fronti: a partire della questione dell’Fpa, dichiarando la proposta dell’Ania indecente. Riguardo all’unità sindacale, da alcuni invocata e presentata come un fallimento della gestione di Demozzi, il presidente ha precisato di “non poter vendere l’illusione di una fusione con chi non condivide le nostre idee”. Tuttavia, Demozzi ha respinto l’accusa di non voler confrontarsi, di aver isolato lo Sna: per questo ha ricordato la presenza al congresso dell’anno scorso, a Bussolengo, sia di Ania, sia di Antitrust, sia del ministero dello Sviluppo economico.
“Abbiamo enormi difficoltà di fronte a noi – ha dichiarato in conclusione Demozzi -; davanti a questi problemi, o siamo uniti oppure ci triturano. I nostri avversari sono più forti, organizzati e con interessi opposti a noi”.
FONTE INSURANCE TRADE