Difficoltà di trasferimento dai piani pensionistici individuali (Pip). È uno dei temi più caldi degli esposti inviati alla Covip, l’authority di vigilanza della previdenza integrativa.
Difficoltà di trasferimento dai piani pensionistici individuali (Pip). È uno dei temi più caldi degli esposti inviati alla Covip, l’authority di vigilanza della previdenza integrativa. Stiamo parlando di Pip “nuovi” ovvero quelli che sono stati adeguati alla riforma 252/2005. «Gli esposti relativi ai Pip nuovi hanno riguardato soprattutto le problematiche incontrate in relazione a richieste di trasferimento (quasi il 50%)», è quanto si legge nell’ultima relazione Covip (2012).
Chi fa l’esposto si lamenta soprattutto dei tempi «eccessivamente lunghi e richieste di documentazione di non immediata evidenza quanto a utilità o necessità». Fra l’altro gli stessi funzionari Covip, nella relazione, sottolineano la prassi di alcune compagnie di richiedere, al fine del trasferimento, l’originale della polizza.
Le difficoltà nell’uscita dai Pip è dunque conclamata pure dall’authority di settore. A sostegno di tale tendenza ricordiamo che i lettori di Plus24 segnalano specialmente le problematiche temporali: in sostanza viene indicato uno sforamento dei 6 mesi, termine massimo previsto dalle normative che regolano le forme di previdenza complementare (vedi linee guida sulla portabilità, http://bit.ly/1mcCywU).
C’è poi dell’altro. «Rimane rilevante – viene spiegato nella relazione Covip – il numero di segnalazioni riguardanti Pip “vecchi” e polizze assicurative non riconducibili a forme di previdenza complementare». È inutile inviare esposti all’authority della previdenza per ritardi e difficoltà relative ai Pip “vecchi” (vedi articolo sopra): a vigilare (e sanzionare) tali prodotti ci pensa l’Ivass, authority che si occupa delle assicurazioni.
A questo punto conviene illustrare in modo chiaro i passi da fare per inviare reclami/esposti e a quale authority. Covip vigila su tutto il mondo della previdenza integrativa: fondi pensione negoziali, aperti, preesistenti e Pip “nuovi”. Ma prima di inviare l’esposto all’authority presieduta da Rino Tarelli, è necessario rivolgersi al fondo pensione o al Pip cui si aderisce. Bisogna inviare un reclamo e il fondo o Pip deve rispondere entro 45 giorni dal ricevimento della richiesta. In caso di mancata o non soddisfacente risposta , ci si può rivolgere alla Covip con un esposto; nel documento vi deve essere la chiara indicazione del fondo pensione interessato (denominazione, numero di iscrizione all’albo dei fondi pensione). E ancora: l’indicazione del soggetto che trasmette l’esposto (nome, cognome, indirizzo, recapito telefonico); l’oggetto dell’esposto, indicato in modo chiaro e sintetico. Infine bisogna inviare copia del reclamo già effettuato al fondo o alla compagnia che gestisce il Pip (per ulteriori chiarimenti vedi http://bit.ly/1eSgEv5).
Per i Pip “vecchi”, bisogna invece rivolgersi all’Ivass; prima però è necessario inviare il reclamo alla compagnia assicurativa: se non vi è risposta entro 45 giorni dal ricevimento del reclamo, il cliente può rivolgersi all’Ivass utilizzando il facsimile da scaricare al seguente indirizzo internet: http://bit.ly/1lIWjZm.
FONTE IL SOLE 24 ORE