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Covip, ripensare la previdenza complementare

NewSintesi e Rassegna Stampa | 3 Marzo 2014 | 0

Secondo il presidente Rino Tarelli, il quadro delle adesioni non può dirsi soddisfacente

 

A distanza di oltre sei anni dalla riforma della previdenza complementare, attuata nel 2007, “il quadro delle adesioni non può dirsi soddisfacente”. Si registra “una situazione di sostanziale stallo, anche se con alcune rilevanti differenziazioni”. Ad affermarlo è il presidente della Commissione di vigilanza sui Fondi pensione (Covip), Rino Tarelli (nella foto), spiegando che “problemi di tipo strutturale, obbligo di conversione del Tfs in Tfr, sperequazione normativa rispetto ai dipendenti di aziende private, attività informativa ed educativa decisamente insufficiente, hanno frenato la forza propulsiva delle adesioni ai fondi pensione negoziali del pubblico impiego”. Secondo Tarelli si rischia “la decadenza della liquidazione”, e per questo motivo occorre “ripensare tutta la previdenza complementare, unendo anche i temi dell’assistenza sanitaria integrativa, e individuare soluzioni nell’ambito degli spazi di pertinenza dell’attività negoziale”. D’altra parte i numeri parlano chiaro: nel 2013 gli iscritti a una qualche forma di previdenza complementare sono aumentati del 6,8%, arrivando a circa 6,23 milioni. Un cifra ancora troppo modesta. A trainare il settore sono senza dubbio i Pip, i quali segnano un aumento delle adesioni del 19,4%. In controtendenza invece i fondi negoziali, che perdono aderenti (-1%).

FONTE INSURANCE TRADE

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