“FIFTY-FIFTY”
Il pensiero della settimana di Federico Serrao
Cari colleghi,
in questo primo Editoriale del 2021, anno di “grandi speranze” per tutto il pianeta, mi preme approfondire alcuni aspetti assicurativi che nell’ultimo periodo hanno mandato in fibrillazione le associazioni degli assicuratori e riassicuratori di mezzo mondo.
Munich Re, ad esempio, non ri-assicurerà più contro eventi annullati a causa di pandemie, e vista la causa miliardaria intentata dalla Major League Baseball con tutte e 30 le sue squadre, che si sono rivolte ai loro fornitori di assicurazioni citando miliardi di dollari di perdite durante la stagione 2020, giocata quasi interamente senza fan a causa della pandemia di Coronavirus, diventa difficile non comprenderne le preoccupazioni. La cancellazione e il rinvio di eventi sportivi come le Olimpiadi di Tokyo e i concerti sono stati un grosso peso per il riassicuratore tedesco Munich Re. Il bilancio prevede risarcimenti per un totale di 4 miliardi di euro (4,85 miliardi di dollari) legati solo al Coronavirus.
Anche in Francia la controversia sulla copertura assicurativa delle perdite da interruzione dell’attività continua ad essere oggetto di un duro confronto fra gli assicuratori e le imprese (specialmente le piccole che annoverano fra le loro fila i ristoratori, da tutti riconosciuti come una delle categorie più colpite dai lockdown). La Federazione Francese delle Assicurazioni ha avanzato una proposta di partnership pubblico-privata che possa mutuare quanto già avviene sul fronte delle calamità naturali.
Per restare nei paesi a noi vicini posso citare il dibattito che si è creato in Svizzera dove l’Ufficio federale della protezione della popolazione ha dichiarato che le attuali assicurazioni contro le epidemie non sono concepite per coprire il rischio pandemico. La tesi trova sostegno nel principio che le epidemie sono di durata limitata e geograficamente localizzate. Al contrario, come purtroppo abbiamo sperimentato, la pandemia è caratterizzata per definizione dal propagarsi di agenti patogeni nei vari continenti a livello globale e dalla vulnerabilità di determinati gruppi della popolazione. Per gli assicuratori ciò implica l’erogazione contemporanea di prestazioni da differenti rami assicurativi, tra cui ad esempio l’assicurazione sulla vita, l’assicurazione per cancellazione di eventi, di interruzione di esercizio o anche assicurazioni di viaggio e di credito.
In quanto tali assimilabili alla categoria dei RISCHI NON ASSICURABILI al pari di guerre, occupazioni e invasioni militari, o trasmutazioni del nucleo dell’atomo, tanto per citare alcune delle esclusioni che da sempre leggiamo nelle polizze assicurative di ogni ramo.
E in Italia, cosa è accaduto? Abbiamo assistito ad una reazione “in ordine sparso” da parte delle Compagnie.
Nel mese di marzo ANIA rilevava che alcune Compagnie avevano lanciato sul mercato nuove coperture ‘Covid 19’, mentre altre, stavano integrando le polizze malattia con le nuove coperture, adattando quindi le polizze già esistenti con clausole ad hoc per fronteggiare l’emergenza determinata dal Coronavirus. Ad esempio, alcune coperture malattia introducevano una diaria giornaliera o un indennizzo forfettario in caso di ricovero dovuto al contagio. Altre imprese invece integravano le coperture già in essere con servizi aggiuntivi gratuiti come ad esempio il teleconsulto medico.
Per quanto ci riguarda, GENERALI ITALIA è stata la prima compagnia nel panorama assicurativo italiano a lanciare delle coperture ad hoc con costi “simbolici” dimostrando di essere prontamente al fianco dei nostri assicurati.
Oggi però con il passare del tempo si delineano meglio le implicazioni economiche di questi slanci e comincia a farsi sempre più spazio la volontà di uscire completamente dalla minima esposizione su tali rischi nelle politiche delle Compagnie. Escludere totalmente le malattie trasmissibili dai nuovi affari e dai rinnovi property se da un lato risponde proprio alle difficoltà di riassicurazione di cui vi ho accennato sopra, dall’altra rischia di suonare come un tradimento delle aspettative di quei clienti che in queste iniziative avevano fondato importanti aspettative di protezione.
Internamente alla nostra Compagnia auspichiamo quindi che il dialogo tra tutte le parti interessate, di cui gli Agenti rappresentano una tutt’altro che trascurabile componente, possa proseguire nel tentativo di ricercare un punto di equilibrio tra quello che offrirà il mercato attraverso i competitors più qualificati e la nostra posizione di compagnia leader.
All’esterno, con la consapevolezza che solo un sistema misto –pubblico privato potrà dare risposte soddisfacenti e su larga scala.
Proprio in questi giorni l’ANRA ha risposto positivamente all’invito del presidente ANIA Bianca Maria Farina sulla necessità di rafforzare resilienza e protezione su catastrofi naturali e rischio pandemico. L’idea è quella di supportare il Governo nella creazione di una struttura (ri)assicurativa mista pubblico-privata, con l’obiettivo di aiutare le imprese a far fronte alle future crisi sanitarie e ad altri rischi ad alto impatto.
Buona lettura!
Federico Serrao
Componente di Giunta