Generali e Finint sciolgono l’ultimo legame azionario. Le famiglie Marchi e de Vido hanno rilevato dalla compagnia assicurativa il 10% di Finanziaria Internazionale che da tempo era nel portafoglio del gruppo ora guidato da Mario Greco.
Generali e Finint sciolgono l’ultimo legame azionario. Le famiglie Marchi e de Vido hanno rilevato dalla compagnia assicurativa il 10% di Finanziaria Internazionale che da tempo era nel portafoglio del gruppo ora guidato da Mario Greco.
Con questa mossa Finint, al centro del lungo dossier firmato da Kpmg sull’operato del precedente management, ha chiuso ogni relazione con il Leone di Trieste posto che, nei mesi precedenti, anche le operazioni in essere, come la carta commerciale Finleasing, sono state archiviate. La presenza della compagnia nell’azionariato della cassaforte che tiene le redini di Save era dunque l’ultimo tassello da sistemare. Tassello che è stato messo al suo posto con l’acquisto della partecipazione direttamente da parte delle famiglie Marchi e de Vido. La transazione, che ha visto il contributo paritetico dei due soci, si sarebbe chiusa attorno a un valore di poco superiore ai 10 milioni di euro e segna certamente un passaggio rilevante. A questo punto l’unico legame che rimane in essere tra le due realtà è la partecipazione che Finint, attraverso Ferak, ha nelle Generali e pari a 1,3% del capitale.
«Si è chiuso un periodo importante ma d’altra parte, per come si sono evoluti i rapporti, non c’erano più le condizioni per proseguire – ha spiegato Enrico Marchi – Loro erano interessati a vendere e noi ad acquistare e credo che l’operazione si sia chiusa su valori soddisfacenti per entrambi». Un paio d’anni fa, era autunno 2013, Finint aveva acquistato sempre da Generali il 33,49% di Agorà, il veicolo attraverso il quale Marchi e de Vido hanno il controllo dell’aeroporto di Venezia. All’epoca la Finanziaria aveva pagato circa 60 milioni. In tutto, i legami si sono dunque chiusi con un esborso riconducibile al tandem Marchi -De Vido appena inferiore ai 70 milioni. Nel complesso, dunque, per Marchi, il rapporto è stato archiviato «con un bilancio tutto sommato positivo» per le parti. Resta, evidentemente, la presenza di Ferak nel capitale del Leone. Una presenza, però, che sembra destinata a ridursi nei prossimi mesi. Tanto che, qualche tempo fa, si era ragionato su una possibile scissione del veicolo per favorire la valorizzazione delle azioni ma, alla fine, ha spiegato Marchi, «si sarebbe deciso di proseguire assieme e di attendere che il titolo raggiunga livelli adeguati» per poter poi passare alla cassa. In ragione di questo, chiave potrebbe essere la prossima presentazione del piano industriale del Leone che arriverà il 27 maggio. Infine, in tema di governance, se qualcuno dovesse proporre l’introduzione delle loyalty shares in casa Generali, secondo Marchi sarebbe comunque «un’opzione da valutare».
FONTE IL SOLE 24 ORE