Fitch Ratings si attende un anno complesso per la redditività del ramo danni delle compagnie assicurative italiane, che potrebbe essere influenzata negativamente dall’aumento della frequenza sinistri e dalla prosecuzione del calo tariffario in atto. Il ramo vita appare volatile, ma in grado di esprimere un potenziale di crescita fino alle soglie del 10%
Fitch Ratings si attende un anno complesso per la redditività del ramo danni delle compagnie assicurative italiane, che potrebbe essere influenzata negativamente dall’aumento della frequenza sinistri e dalla prosecuzione del calo tariffario in atto. Il ramo vita appare volatile, ma in grado di esprimere un potenziale di crescita fino alle soglie del 10%.
L’agenzia di rating ritiene inoltre che la crisi del debito della zona euro rappresenti la principale minaccia per la solvibilità del settore assicurativo nel nostro paese, nonostante la crisi abbia mostrato tangibili segni di miglioramento nel 2012 e nel 2013. Le cause, secondo Fitch, sono da ricondurre alla significativa esposizione delle compagnie italiane nei confronti del debito interno, sia a livello sovrano che societario.
Nel dettaglio, per quanto riguarda i rami danni, Fitch si aspetta che la raccolta premi rimanga sotto pressione nel 2014, a causa della costante diminuzione delle tariffe nel ramo Rc auto, che resta il comparto dominante; questo sbilanciamento però potrebbe accentuare l’impatto di elementi che rischiano di continuare a deprimere la redditività quali l’abolizione dei rinnovi automatici, la concorrenza nelle linee commerciali e l’aumento della frequenza sinistri. Il vita invece proseguirà nel trend di crescita anche nel corso dell’anno corrente, anche se a ritmi più contenuti rispetto al 2013. La modalità di distribuzione maggiormente utilizzata rimarrà quella del canale bancassicurativo sotto forma di prodotti a premio unico; la raccolta premi risulterà quindi volatile anche per la concorrenza diretta delle banche, in grado di offrire rendimenti interessanti a breve termine sui conti di deposito. A questo fattore va aggiunta la storica predisposizione delle famiglie italiane nell’indirizzare i propri investimenti in maniera maggiore verso i titoli di stato rispetto a prodotti di risparmio meno attraenti in termini di rendimenti e liquidità quali le polizze assicurative.
FONTE INTERMEDIA CHANNEL