La questione Fondo pensione agenti continua a tenere banco. Sna e UnipolSai devono comunicare (entro venerdì prossimo 2 ottobre) al commissario straordinario Ermanno Martinetto se intendono aderire o meno al piano di riequilibrio proposto. Il rischio, serio, è di lasciare tutto in mano alla Covip (all’orizzonte c’è anche il rischio della messa in liquidazione…).
E intanto si moltiplicano gli appelli e le prese di posizione. Anche dei presidenti dei gruppi aziendali agenti. Chi è favorevole al piano di salvataggio e chi no. Gli appelli di Roberto Salvi, presidente del Gaat e quello di Umberto D’Andrea, in particolare, hanno chiamato in causa il Comitato dei Gruppi aziendali agenti aderenti a Sna, che si è riunito lo scorso 22 settembre a Milano.
Salvi ha di fatto bocciato la linea politica dello Sna, definita «pericolosissima» e non l’ha condivisa al punto che ha abbandonato la riunione di Milano, augurandosi che sia il presidente dello Sna Claudio Demozzi, sia i presidenti di gruppo presenti, «possano cambiare la loro posizione sull’argomento e portare il loro contributo a una soluzione che eviti il rischio di una liquidazione coatta amministrativa salvando il fondo e le pensioni degli agenti».
D’Andrea ha invece inteso sottolineare il fatto che il Comitato dei Gaa non ha sposato la linea strategica adottata dallo Sna. «Demozzi», durante l’incontro di Milano, «ha ufficialmente dichiarato che “in questa fase le parti sociali non hanno facoltà di intervenire sul piano di risanamento presentato dal commissario straordinario”. Di fronte a questa affermazione, evidentemente, il dibattito tra i presidenti di gruppo presenti si è svuotato di significato. Che nessuno dei presenti abbia richiesto all’esecutivo nazionale di cambiare posizione, non va interpretato, quindi, come qualcuno vorrebbe, una condivisione della posizione dello stesso esecutivo Sna da parte dei presidenti», ha dichiarato in una nota fatta pervenire a Tuttointermediari.it.
D’Andrea ha anche rimarcato come «il comitato dei presidenti non possa esimersi dal prendere una posizione».
LA REPLICA DI ROBERTO FRESIA – Chiamato in causa, Roberto Fresia, presidente del Comitato dei Gaa aderenti a Sna, ha voluto dire la sua su come sono andati i fatti durante la riunione del 22 settembre, inviando in esclusiva a Tuttointermediari.it il comunicato che è stato approvato all’unanimità dai presidenti di gruppo presenti alla riunione (a eccezione di Salvi che aveva già lasciato i lavori).
Ecco il testo: Il Comitato dei Presidenti dei Gruppi Agenti aderenti allo SNA, riunitosi in Milano il 22 settembre 2015 ha affrontato la complessa tematica del Fondo Pensione Agenti ed ascoltato la dettagliata relazione del Presidente SNA Claudio Demozzi sulle azioni poste in essere nell’interesse degli Agenti e sulle motivazioni che hanno portato alla decisione dell’Esecutivo Nazionale poi trasmessa al Commissario Straordinario del Fondo Pensione Agenti dott. Ermanno Martinetto.
Preso atto della situazione del Fondo Pensione Agenti, il Comitato conferma che la Previdenza Integrativa non è e non potrà essere argomento di negoziazione di secondo livello tra Compagnie e Gruppi Agenti.
«Il comitato dei Gaa ha voluto sottolineare un aspetto importantissimo e cioè scongiurare che, in una situazione di pericolo come quella attuale, i gruppi aziendali agenti incomincino a trattare la parte pensionistica con le rispettive mandanti, perché significherebbe distruggere quanto di buono è stato costruito in tutti questi anni», ha affermato Fresia a Tuttointermediari.it.
E sulla dinamica dei lavori del 22 settembre ha detto: «Demozzi ci ha relazionato dettagliatamente sulla situazione del Fondo pensione agenti e il comitato dei Gaa ha semplicemente preso atto di quanto dichiarato dal presidente dello Sna, e cioè che “il sindacato non è una parte sociale perché non può rappresentare tutti gli iscritti del Fondo, ma è una parte istitutiva che non può cambiare le regole”. A quel punto ogni presidente poteva, qualora l’avesse voluto, esprimere la propria opinione anche contestando gli assunti del presidente nazionale.. Salvi, per esempio, è stato abbastanza critico nei confronti di Sna, ma in quel momento è stato l’unico a farlo in quei termini. Alcuni presidenti hanno pure detto la loro, altri hanno solo ascoltato. Perciò, la ricostruzione resa da D’Andrea ritengo sia del tutto personale. Ognuno può attribuire al proprio comportamento e alle proprie determinazioni i significati che ritiene più opportuni, meno condivisibile che si cerchi di estenderli autonomamente a tutti gli altri che, lo ricordo, hanno piena capacità di giudizio. Alla fine il Comitato dei Gaa ha preso un impegno, ribadendo di non trattare questioni di primo livello, come il Fondo pensione agenti, con le rispettive mandanti».
Ma il Comitato dei Gaa ha appoggiato la linea politica dello Sna su questa vicenda? «Guardi, il comitato ha emesso una nota chiara che ovviamente ognuno, se vuole, può interpretare a suo modo», ha risposto Fresia. «I sostenitori di Sna possono interpretarla positivamente perché non evidenzia errori da parte del sindacato; chi invece non appoggia la linea Sna può affermare che nella nota non c’è alcun placet esplicito all’operato del sindacato, ma un preciso impegno, da parte dei gruppi agenti, a non trattare argomenti pensionistici con le compagnie, che forse ricomprende il senso stesso di tutta questa vicenda Fonage. Si tratta di un comunicato col quale si è voluto sintetizzare al massimo tutte le posizioni, elaborato anche proprio col contributo fattivo dello stesso D’Andrea. Del resto, sin dal momento in cui ho assunto questa carica, sono stato chiaro su quello che doveva essere il mio compito e cioè quello di fungere da coordinatore in grado di fare sintesi di tutte le posizioni per cercare di trovare soluzioni ai problemi».
FONTE TUTTO INTERMEDIARI – 30 SETTEMBRE