L’associazione delle imprese assicurative ha constatato come non sussista unanimità di consensi su alcuna ipotesi di risanamento del Fondo ed ha bocciato la possibilità che al Fondo vengano attribuite specifiche competenze sul piano di risanamento Con una lettera inviata lo scorso 30 gennaio al CdA del Fondo Pensione Agenti (e per conoscenza a SNA, UNAPASS).
Con una lettera inviata lo scorso 30 gennaio al CdA del Fondo Pensione Agenti (e per conoscenza a SNA, UNAPASS ed ANAPA), l’ANIA ha comunicato che la trattativa diretta a definire un piano di risanamento del Fondo “non ha condotto ad un accordo tra le parti interessate”.
La proposta elaborata dall’associazione delle imprese assicurative – che, in breve, prevede la trasformazione della natura del Fondo dall’attuale regime di prestazione definita alla forma a contribuzione definita, la differenziazione dei sacrifici tra giovani generazioni e agenti prossimi alla pensione, un contributo straordinario di 16 milioni di Euro, soluzioni integrative nel rapporto con le singole imprese e con i gruppi agenti aziendali (contrattazione di secondo livello), l’esclusione degli interventi di riduzione delle pensioni diverse da quelle di vecchiaia e l’introduzione di elementi di mutualità −, condivisa pur con qualche distinguo da ANAPA ed UNAPASS, non ha trovato infatti, continua la lettera, “la condivisione di SNA”.
L’associazione di categoria guidata da Claudio Demozzi ha infatti elaborato due distinte ipotesi per il salvataggio del Fondo: la prima – che rimane l’opzione preferibile da SNA – riprende quanto era già stato elaborato dal CdA Fonage con la convergenza della gestione ordinaria nella gestione integrativa; nella seconda ipotesi, invece, è stata prevista una soluzione intermedia tra il passaggio immediato del Fondo a “contribuzione definita” e il mantenimento dell’attuale assetto a “prestazione definita”.
L’amara conseguenza che traspare quindi dalla lettera è che l’esito della trattativa durata circa un anno è negativo perché “non sussiste unanimità di consensi su alcuna ipotesi di piano di risanamento”.
Di tenore ancor più definitivo appare la conclusione che non concede spazi a recuperi dell’ultima ora. L’associazione delle imprese infatti chiude la porta in faccia alla possibilità di“attribuire agli Organi del Fondo specifiche competenze in materia di riequilibrio della gestione”. Pare quindi sfumare definitivamente l’ipotesi che, in assenza di un accordo tra le parti costituenti sulla modalità di salvataggio, le stesse attribuiscano il piano di risanamento al Fondo stesso.
Si avvicina quindi lo spettro del commissariamento (o peggio ancora, della liquidazione) da parte di COVIP?
FONTE INTERMEDIA CHANNEL