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Fondo Pensione Agenti, per salvarlo tagli solo agli agenti in attività?

17 Marzo 2015

E’ scaduto ieri, lunedì 16 marzo, il termine ultimo per votare i rappresentanti di Agenti in attività ed in pensione nell’Assemblea nazionale del Fondo Pensione Agenti. Nel frattempo è partita la convocazione straordinaria per l’Assemblea nazionale uscente che il giorno 30 marzo dovrà decidere, in mancanza di un accordo tra le parti sociali, il destino del Fondo stesso.

 

E’ scaduto ieri, lunedì 16 marzo, il termine ultimo per votare i rappresentanti di Agenti in attività ed in pensione nell’Assemblea nazionale del Fondo Pensione Agenti. Nel frattempo è partita la convocazione straordinaria per l’Assemblea nazionale uscente che il giorno 30 marzo dovrà decidere, in mancanza di un accordo tra le parti sociali, il destino del Fondo stesso. Parliamo di scenari, prospettive e piani di salvataggio sullo sfondo di un orizzonte opaco conNicola Picaro (nella foto), capolista della lista Insieme per il cambiamento.

Siamo giunti ormai alle battute finali sulla vicenda del Fondo Pensione Agenti. Lei ha seguito le trattative con ANIA sin dall’inizio e ha partecipato ad ogni tavolo di confronto, può riassumerci in breve la vicenda?

Non è facile ripercorrere ogni passaggio peraltro allo stato risulta poco utile se non ad alimentare polemiche sterili. E’ ormai noto a tutti che il disavanzo prospettico, valutato utilizzando, su indicazione del CDA,  parametri molto prudenziali si aggira intorno ai 700 milioni di Euro. Qualunque piano di risanamento che trovasse l’accordo delle fonti istitutive potrebbe agire su tre leve, tagli alle pensioni in corso di erogazione, tagli alle pensioni attese o possiamo dire promesse vista la natura del Fondo a prestazione definita, e da ultimo il reperimento di risorse tramite versamenti straordinari a copertura del disavanzo residuo. Le diverse combinazioni di questi tre elementi generano tagli più o meno importanti e maggiore o minore necessità di risorse straordinarie.

Il Fondo Pensione Agenti è sempre stato un istituzione che vede la partecipazione paritetica degli Agenti di Assicurazione e dell’ANIA, sarebbe stato giusto attendersi una soluzione che vedesse impegnate entrambe le parti equamente?

Certamente questo sarebbe stato auspicabile ed etico anche alla luce degli utili che le Compagnie stanno realizzando negli ultimi anni, però è utopistico immaginare ANIA come l’associazione che era in passato anche solo alcuni anni fa. Oggi l’Associazione delle Imprese deve fare sintesi tra diverse anime, le grandi Compagnie e le piccole, quelle che hanno carattere internazionale e quelle solo italiane, nello specifico la decisone di contribuire con alcune centinaia di milioni di Euro non passa per gli organismi di ANIA, quanto per i CDA delle singole Compagnie e prendere atto di questa realtà, ci aiuterebbe ad avere una visione più concreta e meno ideologica.

ANIA sin dall’inizio ha posto la pregiudiziale della trasformazione del Fondo da“prestazione definita” a “contribuzione definita”: Lei e l’associazione che rappresenta(UNAPASS, ndIMC) avete da subito condiviso questa impostazione a differenza di SNA, ci spiega le ragioni di questa scelta?

La trasformazione a contribuzione definita non è strettamente legata alla stesura e realizzazione di un piano di riequilibrio, ma attiene in particolare a due questioni. Il mantenimento della prestazione definita si fonda su una serie di ipotesi che per quanto prudenziali sono pur sempre ipotesi che le esperienze del nostro e di altri strumenti di previdenza integrativa e non, vedasi le varie riforme pensionistiche che hanno modificato radicalmente il sistema pensionistico nazionale, hanno dimostrato non essere più sostenibili in previsione futura, pensi solo al rapporto tra attivi e pensionati. La contribuzione definita è un impostazione più attuale e moderna. L’altro aspetto è legato alla necessità di ricreare la fiducia nell’istituzione Fondo Pensione Agenti, e questo ormai si può fare solo dando la certezza ai colleghi che i propri versamenti saranno accantonati nelle proprie posizioni individuali, per evitare fuoriuscite o interruzioni di versamenti che indebolirebbero i Fondo stesso.

Allo stato dei fatti  che previsioni si possono fare sulle possibilità che un piano di salvataggio arrivi in extremis?

Il salvataggio del Fondo non ricopre solo un carattere economico, per Unapass il Fondo è fondamentale che resti il riferimento per la previdenza complementare degli Agenti di Assicurazione, evitando cioè che i versamenti di qualunque natura e provenienza possano essere destinati alternativamente a strumenti diversi dal Fondo Pensione Agenti. Per quanto concerne lo stato dell’arte, ad oggi a noi non risulta esistere una piattaforma condivisa da tutte le parti sociali. Stando ai fatti, la COVIP ha chiesto agli Organi del Fondo di realizzare una serie di misure nell’ambito dei loro poteri.  Ci risulta che il CDA abbia approvato dei provvedimenti secondo queste indicazioni da sottoporre all’approvazione dell’Assemblea dei Delegati che verrà convocata entro il prossimo 30 marzo. Queste misure non possono intervenire sulle pensioni in corso e quindi graveranno esclusivamente sulle prestazioni future e sui valori di trasferimento, realizzando per gli iscritti attivi un risultato che è facile prevedere sia paragonabile alla liquidazione. I tagli, cioè, saranno sopportati dai soli agenti in attività. Se l’Assemblea dei Delegati (per metà costituita da membri in quota ANIA, ndIMC) dovesse approvarlo – e la COVIP successivamente ritenerlo idoneo – la querelle si risolverebbe pesando esclusivamente sugli Agenti attivi. Diversamente la COVIP potrebbe richiedere al ministero la nomina di un Commissario il quale avrebbe pieni poteri per sancirne la liquidazione o la prosecuzione dopo averne verificato lo stato patrimoniale e i bilanci tecnici. Io mi auguro che sia ancora possibile trovare una soluzione negoziale che salvaguardi la continuità del Fondo come strumento centrale della previdenza integrativa degli Agenti e anche per l’immagine stessa della categoria.

FONTE INTERMEDIA CHANNEL