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Fondo Pensione Agenti, SNA e ANAPA scrivono al CdA

16 Ottobre 2014

Con due distinte lettere inviate il 14 e 15 ottobre, SNA ed ANAPA hanno espresso le proprie considerazioni al CdA del Fondo Pensione Agenti in merito a quanto emerso dopo l’ultima riunione tra ANIA e maggiori rappresentanze degli agenti professionisti sul piano di riequilibrio del Fondo.

 

Con due distinte lettere inviate il 14 e 15 ottobre, SNA ed ANAPA hanno espresso le proprie considerazioni al CdA del Fondo Pensione Agenti in merito a quanto emerso dopo l’ultima riunione tra ANIA e maggiori rappresentanze degli agenti professionisti sul piano di riequilibrio del Fondo.

Il Sindacato Nazionale, nel documento firmato dal presidente Claudio Demozzi e dal componente dell’Esecutivo Nazionale Francesco Libutti (ed inviato per conoscenza anche ad ANIA ed UNAPASS), ha confermato la volontà di “mantenere l’essenza istituzionale del Fondo Pensione Agenti, basata su principi mutualistici e solidaristici, da sempre condivisi dalle Parti Sociali”.

Lo SNA ritiene inoltre che l’offerta ANIA (che prevede il passaggio alla contribuzione definita, un taglio di circa il 40% delle prestazioni attuali, un contributo straordinario delle imprese di 16 milioni di Euro e l’apertura alla contrattazione di secondo livello con le singole compagnie), sia stata formalizzata “con modalità tali da impedire qualsiasi accordo tra le parti”, visto che “il disavanzo prospettico verrebbe coperto al 98% dagli Agenti e al 2% dalle Imprese”; l’associazione presieduta da Demozzi chiede quindi al CdA del Fondo di pronunciarsi sulla proposta ANIA“considerando, altresì, ulteriori diverse ipotesi di riequilibrio prospettico che rispettino principi di equità” e dicendosi pronta a sostenerne le ragioni (se condivise) “anche in sede politica ed istituzionale”.

Taglio differente per la lettera di ANAPA (inviata anche ad ANIA, UNAPASS e SNA), nella quale l’associazione presieduta da Vincenzo Cirasola sottolinea “l’elemento di novità rappresentato dalla disponibilità manifestata dalle compagnie di procedere a successivi contributi aggiuntivi, ciascuna in favore della propria rete agenziale e nell’ambito delle negoziazioni di secondo livello”.

Secondo ANAPA, questa disponibilità “deve rappresentare per le imprese un “atto dovuto” in funzione della responsabilità che esse, attraverso i loro rappresentanti, hanno avuto, pariteticamente alla rappresentanza agenziale, nella gestione del Fondo”. L’associazione si attendeva una maggiore contribuzione diretta da parte delle imprese e rileva come la soluzione ANIA nel suo complesso non rappresenti quella “da tutti desiderata”. Soluzione che però è ritenuta adeguata “all’effettivo salvataggio del Fondo, fugando definitivamente ogni possibile rischio di default”. Il passaggio alla contribuzione definita, prosegue la lettera di ANAPA, “permetterebbe di riportare in equilibrio il bilancio tecnico, di garantire un risanamento duraturo e sostenibile nel tempo e di consentire la stessa sopravvivenza dell’ente pensionistico, visto che gli agenti iscritti attivi non solo avrebbero la certezza di ricevere una prestazione pensionistica proporzionale a quanto versato, ma continuerebbero a godere degli attuali livelli contributivi da parte delle imprese, potendo contare anche sulle prestazioni aggiuntive”.

In merito all’eventuale contrattazione di secondo livello, ANAPA ritiene inoltre che la stessa vada ricondotta all’interno dell’Accordo Nazionale Impresa/Agenti: una regolamentazione-quadro in virtù della diretta derivazione dell’ente pensionistico dall’ANA stesso, “da definire nel rinnovo dell’accordo collettivo che consentirebbe di rendere permanente l’intervento delle imprese volto a stabilizzare la gestione del Fondo”. Motivo per il quale, evidenzia l’associazione, “emerge con ancora più urgenza la necessità di proseguire il tavolo del rinnovo dell’accordo che affronti anche il tema delle modalità di contribuzione aggiuntiva al Fondo”.

“Ci auguriamo che le altre parti sociali chiamate al risanamento del Fondo – chiude la lettera di ANAPA – si assumano lo stesso grado di responsabilità, per scongiurare definitivamente il rischio di commissariamento da parte della Covip, che verrebbe a sancire la sconfitta della capacità di un’intera categoria di gestire il proprio sistema di previdenza complementare”.

FONTE INTERMEDIA CHANNEL