I risultati migliori delle attese, sul fronte dell’utile netto, e le novità sul processo di dismissione di Bsi, hanno permesso al titolo Generali (-0,85%) di reggere l’ondata di vendite che ha colpito il listino milanese, con il Ftse Mib che ha perso il 3,61%.
I risultati migliori delle attese, sul fronte dell’utile netto, e le novità sul processo di dismissione di Bsi, hanno permesso al titolo Generali (-0,85%) di reggere l’ondata di vendite che ha colpito il listino milanese, con il Ftse Mib che ha perso il 3,61%. «Questa è una buona trimestrale -ha commentato il ceo Mario Greco – ma c’è ancora tanta strada da fare». Intanto, la compagnia di Trieste incassa in questo primo scorcio dell’anno un utile netto in rialzo del 9,4% a 660 milioni di euro, superiore anche al consensus degli analisti che era di 610 milioni. Abbastanza per poter descrivere, come dice Intermonte, la performance della società «incoraggiante». Performance definita peraltro «forte» da Bank of America-Merrill Lynch in termini di Solvency che è salito al 152% nel trimestre e al 160% a fine aprile. Un rafforzamento del capitale che, come spiegato da Greco è avvenuto senza chiedere «aiuto a nessuno, né agli azionisti, né ad altre istituzioni», Generali ne è uscita « da sola e adesso è una società forte, con risultati in crescita». In proposito, il risultato operativo consolidato è salito a 1,3 miliardi (+0,5%), contro gli 1,2 miliardi attesi dagli analisti, spinto in particolare dal settore danni, in crescita del 3,7% a 516 milioni (474 milioni attesi), mentre il vita ha segnato una flessione dello 0,2% a 779 milioni. L’utile operativo del settore finanziario è salito del 21% a 144 milioni, anche grazie al forte contributo di Banca Generali. Asset rispetto al quale la compagnia aveva aperto una serie di valutazioni nelle settimane scorse poi accantonate, complice l’accelerazione subita dal processo di vendita di Bsi che ora ha un’acquirente, Btg Pactual, impegnato in una trattativa in esclusiva. Per questo il cfo Alberto Minali, nella conference call a commento dei risultati tenuta ieri, ha spiegato che «allo stato» Generali vuole mantenere il controllo della società.
Il patrimonio netto della compagnia è cresciuto del 9,9% a 21,7 miliardi mentre sul fronte tecnico il combined ratio si è rivelato migliore delle stime (92,7% rispetto al 95% che aveva ipotizzato Intermonte). A livello di business, i premi complessivamente hanno superato i 18 miliardi (+1,5%) grazie soprattutto alla crescita nel vita. In particolare, il ramo ha segnato premi in crescita a 12 miliardi (+2,4%) trainati dalla performance dell’Italia (+27%) e dalla crescita dei prodotti linked (+20,5%). Al contempo, il perseguimento degli obiettivi di profittabilità abbinato all’incremento dei tassi di interesse ha permesso lo sviluppo del valore della nuova produzione a 320 milioni (+35,2%), con margini al 25,2% (20,9% nel primo trimestre 2013). Nel danni la raccolta è rimasta stabile a 6.416 milioni. Geograficamente va certamente segnalata la performance dell’Italia, positiva sia nel vita che nel danni, mentre negli altri due mercati chiave, Francia e Germania, seppure per ragioni contingenti, Generali ha segnato il passo. Il risultato operativo nel vita in Italia è stato di 345 milioni (332 milioni nel primo trimestre 2013), mentre in Francia è stato di 139 milioni (168 milioni) e in Germania di 72 milioni (92 milioni). Nel danni, invece, il combined ratio in Italia è risultato pari al 90,6% mentre in Francia è stato del 103,1% e in Germania del 94% (93,8% nel 2013).
Riguardo alle prospettive future, c’è ottimismo rispetto al raggiungimento di tutti i target di piano. In primis, visto il passo avanti su Bsi, con riferimento al programma di dismissioni da 4 miliardi. Minali ha specificato che nelle prossime settimane Btg Pactual completerà la due diligence e ha aggiunto che l’incasso per la vendita della banca svizzera più che compenserà l’esborso per l’ultima tranche Ppf. Infine, Paolo Scaroni si è autosospeso dal cda a seguito della sentenza sulla centrale di Porto Tolle. Del tema si occuperà l’assemblea che dovrà stabilire se il passo di Scaroni è davvero necessario.
FONTE IL SOLE 24 ORE