Il successore di Agrusti presenta venerdì la riorganizzazione della nuova divisione. Tra i nodi c’è quello del personale Philippe Donnet sta mettendo a punto i dettagli: tra pochi giorni, più esattamente questo venerdì, il numero uno di Generali Italia presenterà la nuova visione della divisione nata in capo al Leone lo scorso luglio
Philippe Donnet (nella foto) sta mettendo a punto i dettagli: tra pochi giorni, più esattamente questo venerdì, il numero uno di Generali Italia presenterà la nuova visione della divisione nata in capo al Leone lo scorso luglio per presidiare al meglio il mercato interno.
La missione che Mario Greco ha affidato al manager francese (subentrato a Raffaele Agrustilo scorso ottobre) non è delle più facili. Lo stesso group ceo, presentando nei giorni scorsi i risultati 2013 a livello di gruppo, si è soffermato sulla riorganizzazione italiana spiegando che «per ora non sono emersi problemi», per poi sottolineare che si tratta di una ristrutturazione gigantesca.
Sono due i filoni di intervento su cui si concentrano le attenzioni di Donnet: da una parte velocizzare l’integrazione tra le strutture esistenti per generare efficienza, dall’altra parte recuperare redditività.
Il primo obiettivo è più semplice, visto che le direttive sono già state fissate a livello di gruppo diversi mesi fa, con la decisione di portare i marchi esistenti da otto a tre: Generali, compagnia vita e danni con un’unica rete distributiva di agenzie per il business retail e middle market; Alleanza, focalizzata sulle famiglie italiane attraverso la sua rete di produttori diretti e un’offerta di prodotti vita e danni; infine Genertel, attiva nel vita e nel danni dei canali alternativi (telefono, web e bancassicurazione).
Nelle scorse settimane è stata avviata la migrazione in un unico sistema informatico de rivante da quello della vecchia Generali, che viene progressivamente esteso alle ex agenzie Ina-Assitalia e Toro. La digitalizzazione è un must per alzare l’asticella della qualità nel servizio, secondo lo stesso Donnet, che non a caso ha destinato all’It circa metà dei 300 milioni stanziati dal gruppo per l’Italia da qui al 2016. Di pari passo si è cominciato a lavorare anche per integrare il fronte amministrativo e quello del personale, quest’ultimo probabilmente il più complicato per le differenti modalità adottate a lungo nei diversi marchi oggi oggetto della semplificazione.
La rapidità con la quale si riuscirà a completare i processi di integrazione sarà decisiva per il recupero di redditività. Anche se su questo fronte il lavoro di Donnet e del suo team contano fino a un certo punto, considerato che molto dipen derà comunque dalle dinamiche del mercato in generale. Questo sarà l’anno della verità per il ramo vita, in cui il Leone ha la leadership nazionale (+8% la nuova produzione nel 2013) nonostante la crescente concorrenza di UnipolSai, il nuovo colosso nato dall’integrazione tra il gruppo bolognese e la galassia Fonsai rilevata dalla famiglia Ligresti.
Nel ramo danni, invece, il Leone (-7,6% la produzione lo scorso anno) è secondo in Italia dopo UnipolSai, anche se una delle principali missioni affidate a Donnet è la crescita del marchio Alleanza nell’Rc auto.
Pur con diversi accenti, tutti gli studi sono concordi sul fatto che la redditività sul danni resterà limitata nei prossimi due-tre anni, quindi eventuali performance positive di singoli operatori potranno essere ottenute solo a scapito dei concorrenti.
A questo proposito, un recente paper dell’Ania, intitolato “Scenari e prospettive della distribuzione assicurativa in Italia“, sottolinea che nella Penisola è in crescita il numero di automobilisti disposti a cambiare operatori, con la preferenza che resta in favore delle compagnie tradizionali, nonostante la progressiva erosione di quote da parte delle dirette.
FONTE IL PICCOLO