A circa un anno dall’annuncio della fusione di Ina Assitalia in Generali, Bruno Scaroni, chief distribution officier, rilascia la sua prima intervista con la stampa e fa un primo bilancio.
A circa un anno dall’annuncio della fusione di Ina Assitalia in Generali, Bruno Scaroni, chief distribution officier, rilascia la sua prima intervista con la stampa e fa un primo bilancio. Il gruppo forte dell’integrazione, ha cominciato in questa primavera a pubblicizzare il nuovo marchio con la campagna «Vediamo Positivo». Generali Italia è nata nel 2013 da tre realtà assicurative esistenti Alleanza-Toro, Ina-Assitalia e le attività italiane di Generali. Con le controllate, rappresenta per dimensione la prima realtà assicurativa del paese, con circa 100 miliardi di attivi per conto di 10 milioni di clienti serviti complessivamente da una rete di vendita formata da oltre 20 mila persone, tra dipendenti, agenti, collaboratori e personale commerciale, e circa 1900 agenzie.
Può fare un primo bilancio dell’operazione Generali Italia?
Con la fusione di Allenza-Toro in Generali Italia e lo scorporo di Alleanza si è completato il riassetto. La fusione prevede ora l’integrazione operativa e di business: per dare un’idea del lavoro che stiamo svolgendo in pratica, stiamo passando da 270 prodotti a 70, stiamo attivando un nuovo sistema It in 3mila punti vendita e fornendo 10mila giornate di formazione per personale in agenzia. A oggi il bilancio è positivo e stiamo rispettando le tempistiche previste.
Quali sono i prossimi step?
Entro il 2016 arriveremo al brand unico con rebrandig di sedi e punti vendita, unificazione della governance delle reti (ex Generali, Ina, Toro, Lloyd Italico e Augusta). E opereremo lo spegnimento di 230 sistemi informatici. Ci saranno sinergie grazie all’utilizzo di una piattaforma unica. Quanto alla digitalizzazione, la nuova piattaforma informatica abiliterà a servizi alla clientela tramite tablet, con la possibilità di poter fornire ai clienti prodotti e servizi paperless (senza carta, ndr) con pagamento elettronico.
Come hanno risposto le reti di agenti che sono, si sa, molto diverse tra loro?
In maniera molto favorevole anche grazie all’investimento di 300 milioni. Il fatto di poter operare in cobranding rappresenta per gli agenti un driver importante: il marchio Generali significa competenza, solidità patrimoniale e internazionalizzazione.
Sono state superate le obiezioni iniziali di alcune reti che non volevano perdere il marchio, come Toro?
Con tutti i gruppi agenti abbiamo avuto modo di approfondire specificità ed esigenze reciproche trovando le soluzioni per agevolare l’adesione di tutti i nostri agenti al progetto Generali Italia. Per favorire l’integrazione abbiamo anche organizzato un unico contest (gara di produzione, ndr) che coinvolge i migliori agenti delle singole reti, che verranno premiati tutti insieme a Venezia nella straordinaria cornice della Festa del Redentore, il week end del 18 e 19 luglio.
L’obiettivo di arrivare ad un mandato unico dunque non è più una priorità?
Il mondo italiano degli agenti è molto eterogeneo. Nella stessa rete convivono mandati diversi, pure dal punto di vista provvigionale, frutto delle dieverse anzianità degli agenti. Nel tempo dovremo darci delle regole per arrivare a una semplificazione dei tre grandi modelli operativi attualmente presenti nel mondo di Generali Italia: il modello Generali dove le organizzazioni produttive sono un unicum del mercato, il modello Ina a “trazione” prevalente del “Vita”, con reti secondarie tradizionali agenti e collaboratori, il modello Toro, focalizzato sul danni e sul rapporto diretto con il cliente.
Che soluzione propone per risolvere i problemi della categoria degli agenti: diminuizione della reddittività ed eccessivi oneri burocratici in primis?
Dobbiamo fare i conti con un futuro in cui probabilmente le auto si guideranno “da sole”, e determineranno una sicura riduzione della dimesione dei premi Rc auto con la necessità per gli agenti di diversificare il business. Su questi grandi temi ci confrontiamo costantemente con i nostri agenti per identificare come mantenere la rete agenziale al centro della strategia di Generali. La digitalizzazione dovrebbe comportare uno snellimento della operatività agenziale: con la nuova struttura si ridurrà il carico amministrativo.
FONTE PLUS 24