«Ci siamo presi l’impegno di aumentare il dividendo. Dal prossimo anno lo faremo, aumenteremo la cedola e la renderemo simile alla media di mercato».
«Ci siamo presi l’impegno di aumentare il dividendo. Dal prossimo anno lo faremo, aumenteremo la cedola e la renderemo simile alla media di mercato». Lo scorso ottobre, davanti a una platea formata esclusivamente da agenti delle Generali, il ceo del Leone, Mario Greco, dichiarò apertamente di voler arrotondare il pay out della compagnia eliminando il vincolo del 40% dei profitti. Naturale, dunque, che in prossimità dell’approvazione dei conti – il consiglio si terrà a metà settimana – l’attenzione degli investitori sia tutta concentrata attorno al dividendo che verrà infine distribuito agli azionisti. Il mercato a oggi stima un dps, ossia un dividend per share, di 0,58 euro, in crescita rispetto agli 0,45 euro distribuiti lo scorso anno. Il premio, tuttavia, potrebbe essere anche più importante. Si è appreso infatti che nelle ultime settimane, a valle anche di un confronto con i soci e con gli altri membri del consiglio, le Generali abbiano iniziato a ragionare attorno a un pay out prossimo al 60% e comunque superiore al 50% fin qui scontato da Piazza Affari. L’idea di portare la cedola a un tale livello sarebbe maturata una volta avuto sotto gli occhi i conti del 2014 che, nero su bianco, testimonierebbero il notevole passo avanti fatto dalla compagnia negli ultimi due anni. Nel corso dell’Investor day Generali tenuto lo scorso novembre, Greco era stato piuttosto chiaro nello spiegare il meccanismo che porta alla formazione della cedola. Il limite, aveva detto, sta nella cassa “libera” disponibile. Uno degli obiettivi cruciali del piano di gennaio 2013 era un gross expected free surplus, i flussi di cassa riferibili alla holding, superiore ai 2 miliardi. Già alla fine dello scorso anno l’obiettivo è stato di fatto raggiunto. Quella cifra è la somma dei flussi di cassa prodotti in ciascun paese chiave e messi a disposizione della casa madre. In sostanza, Generali nel 2013 ha “ricevuto” circa 2 miliardi rispetto ai 2,8 miliardi di gross expected free surplus creati, con un remittance ratio del 71%. Questi, depurati di spese e costi connessi all’attività di holding, hanno prodotto un flusso di cassa netto di 1,2 miliardi. Ed è questa la somma alla quale la compagnia ha attinto per pagare la cedola legata al bilancio 2013, 700 milioni complessivi. Il tema, a questo punto, è il livello di cassa disponibile al 2014. Al 2015 quel valore è atteso attorno a 1,5 miliardi. E lo stesso Greco, sempre lo scorso novembre, ha confermato che quello sarà il limite massimo: «Per pagare il dividendo c’è bisogno di cash e il business che gestiamo oggi produce 1-1,5 miliardi di cash ogni anno». Più saranno in grado di generare i paesi chiave, più potrà crescere la cedola.
Dividendo, peraltro, che Generali potrà permettersi di pagare perché ha sistemato la questione patrimonio e ha quasi chiuso il dossier debito. Il patrimonio è stato messo in sicurezza con un piano di cessioni che ha sfiorato i 4 miliardi di euro e che, soprattutto, ha incrementato il Solvency ratio di 18 punti base. Nei primi nove mesi del 2014 il coefficiente di solidità patrimoniale era pari al 169%, 24 punti base in più del dato di partenza di gennaio 2013. A ciò si è sommato il lavoro compiuto in termini di riduzione dell’esposizione e quanto realizzato per il cambiamento della struttura del debito. Generali ha ridotto il proprio indebitamento di 1 miliardo e ha portato il leverage ratio al 37,6% (il target, confermato, al 2015 è di un debt leverage del 35%) per un interest coverage ratio di 5,9 volte (l’obiettivo è 7 volte per il 2015). Ciò che muta, però, è soprattutto la qualità del debito, ora composto in modo tale da «ottimizzare la struttura del patrimonio di vigilanza», come aveva suo tempo spiegato il cfo Alberto Minali.
Riguardo ai potenziali numeri del 2014, stando al consensus elaborato da Bloomberg il gruppo dovrebbe chiudere l’anno con circa 76 miliardi di ricavi, un reddito operativo di 4,6 miliardi e un reddito netto di 2,1-2,2 miliardi.
FONTE IL SOLE 24 ORE