Cari colleghi,
alcuni giorni fa risentendo questa famosa canzone di Jimmy Fontana mi sono ricordato di quando neo collaboratore libero d’agenzia iniziai la mia carriera assicurativa. Conoscevo bene un agente di lunga esperienza che lamentandosi quotidianamente della sua situazione soleva ammonirmi dal continuare in quella professione ormai finita e priva di futuro. Ricordati, mi diceva, “una volta con i proventi del lavoro un bravo agente si comprava tre alloggi all’anno, oggi se va bene, ne vende uno ogni tre per sopravvivere”.
Sono passati più di vent’anni da quell’affermazione e prendo spunto dalla relazione della presidente di Ania Maria Bianca Farina presentata a Roma lo scorso 5 luglio per riflettere sulla situazione in cui versa il “nostro mondo” e quali possano esserne le aspettative.
Purtroppo la corposa relazione ha ignorato gli agenti e le problematiche che vivono, ad esempio nessun accenno è stato fatto sulla situazione del Fondo Pensione Agenti, e sulla necessità di rinnovare l’accordo impresa agenti ormai in stallo da troppi anni, solo per citarne alcuni.
Eppure, da inguaribile ottimista quale sono, ho voluto trovare degli aspetti positivi. Come il fatto che Farina ha sottolineato che “le grandi trasformazioni in atto sul piano economico e sociale generano nuove incertezze, fanno emergere nuovi rischi e determinano il sorgere di forti esigenze di protezione”.
Quest’osservazione conferma, ove ce ne fosse bisogno, che la situazione italiana rispetto alla media europea, è caratterizzata da una forte sotto assicurazione, tale per cui, con il venir meno anche del “welfare-state” pone l’Italia come ricca di opportunità da cogliere.
Ma saranno gli assicuratori tradizionali, i dinosauri della distribuzione a intermediare i prodotti assicurativi o qualche altre specie finirà per sostituirci mettendoci definitivamente in soffitta?
Anche qui la presidente di Ania lascia aperto uno spiraglio affermando che “il ruolo degli intermediari tradizionali sia destinato a rimanere centrale”, “la rete distributiva continuerà a essere un valore grandissimo per le imprese, per la sua capacità di sensibilizzare i clienti sulle tematiche della prevenzione, della protezione, del risparmio”.
Affermazioni di questo tenore, peraltro condivise e ripetute ormai da quasi tutti i manager delle più importanti compagnie operanti nel nostro Paese, e confermate anche in più occasioni, da non ultimo il Congresso, anche dal nostro a.d. Philippe Donnet, non possono che farci ben sperare.
Quindi tutto bene? Certamente no! A noi agenti resta il difficile compito di riuscire ad adeguarci a un mondo che sta mutando a velocità sempre maggiore. Però se osserviamo bene ci accorgiamo che se è vero che questo mondo gira velocemente tra nuove tecnologie, nuove direttive e altro, è altrettanto vero che lo fa intorno a noi e su noi poggia ancora le basi.
Un’abusata citazione erroneamente attribuita a Darwin recita che “non è la più intelligente delle specie a sopravvivere; non è nemmeno la più forte; la specie che sopravvive è quella in grado di adattarsi meglio ai cambiamenti dell’ambiente in cui si trova”.
Riflettiamo su quest’affermazione e continuiamo a pretendere dalle nostre mandanti l’aiuto e l’appoggio necessario al raggiungimento degli obiettivi sempre più sfidanti.
Quasi dimenticavo…… ricordate quel “vecchio” agente cui vi facevo cenno? E’ ancora saldamente al comando della sua agenzia e da quanto ne so ha ancora tutti i suoi alloggi.
Gira il mondo gira…
Buona lettura!
Guido Dalmasso
Componente Giunta Esecutiva