Nonostante il boom dei conti, il titolo viaggia da tre mesi sugli stessi livelli. «Piazza Affari chiede operazioni straordinarie» I conti di Generali trovano una sostanziale approvazione da parte degli analisti, anche se la sensazione diffusa è che non vi siano grandi spazi di crescita per il tìtolo quotato a Piazza Affari, che viaggia sostanzialmente
I conti di Generali trovano una sostanziale approvazione da parte degli analisti, anche se la sensazione diffusa è che non vi siano grandi spazi di crescita per il tìtolo quotato a Piazza Affari, che viaggia sostanzialmente sugli stessi livelli da tre mesi. «Il mercato era già preparato a risultati 2013 in forte progresso sull’anno precedente», commenta un analista. «Una svolta potrebbe arrivare solo in caso di notìzie a sorpresa come una ripresa del mercato italiano, che resta decisivo nonostante la diversificazione del gruppo, o se sarà condotta in porto qualche operazione straordinaria».
Da tempo è sul piatto la cessione di Bsi. Presentando i dati dell’esercizio 2013, il group ceoMario Greco ha spiegato di aver svalutato la partecipazione elvetica di 217 milioni e che si è trovata una soluzione nella controversia tra il Governo statunitense e quello svizzero sui depositi detenuti da cittadini americani nei Cantoni. «Ora è più semplice arrivare alla conclusione delle trattative sulla cessione di Bsi perché sono state eliminate incertezze fondamentali, in particolare quella sul trattamento dei clienti americani», ha spiegato. Greco non ha voluto fornire indicazioni sull’incasso atteso dalla cessione di Bsi, ma la sensazione diffusa sul mercato è che la transazione andrà in porto per una cifra non molto distante da un miliardo e mezzo di euro. Quanto basterebbe per centrare il target di 4 miliardi di dismissioni fissato dal piano industriale che scade nel 2015. Infatti, 2,4 miliardi sono già in cassa dopo le cessioni dei mesi scorsi e altri 200 milioni arriveranno nelle prossime settimane, quando sarà formalizzata la cessione di Fata.
Difficile, invece, che possa avere un impatto significativo sulle quotazioni l’uscita di Telco (altra partecipazione svalu tata con il bilancio 2013, in questo caso con un impatto negativo per 189 milioni). Infatti la partecipazione oggi è in carico all’equivalente di 0,72 euro per il titoloTelecom Italia, che attualmente vale 0,79: insomma, gli spazi di guadagno sono ristrettì. A proposito di questa partecipazione Greco ha spiegato: «Nel contratto con Telefonica sono previste due finestre di uscita da Telco, a giugno 2014 e febbraio 2015. Saremo pronti per valutare l’utilità di uscire già alla prima scadenza».
In attesa di novità, Berenberg ha confermato la raccomandazione “hold” sul gruppo assicurativo, limando il prezzo obiettivo da 17,4 a 17,2 euro. I risultati 2013, notano gli analisti, sono stati inferiori alle attese del consenso, principalmente per via dell’andamento del danni. Ad ogni modo, il Leone «ha mostrato un forte cashflow per il 2013 e questo ha sostenuto un aumento anticipato e maggiore del payout ratio rispetto a quanto ci aspettassimo», nota Berenberg. Alla luce di queste considerazioni, le stime di eps (utili per azioni) scendono dell’ 1,5% per l’anno in corso e dell’1,3% per il 2015, mentre le previsioni sul dividendo salgono rispettivamente del 9,1% a 0,55 euro e del 7,7% a 0,65 euro.
Non si discosta molto l’analisi di Ubs, che alla luce dei dati sullo scorso esercizio ha confermato il rating “neutral” sul gruppo assicurativo e il prezzo obiettivo a 17 euro. Gli analisti elvetici si attendevano qualcosa in più sul fronte dell’utile netto nel quarto trimestre (603 milioni contro i 324 milioni conseguiti), ma ritengono che il differenziale dipenda probabilmente da componenti straordinarie, e comunque non si tratta di un dato tale da mutare il giudizio di fondo sulla società. Non cambia, ma si colloca su livelli sensibilmente più elevati, la valutazione di Banca Imi, che indica un prezzo obiettivo di 19,35 euro, identificando quindi un potenziale di rivalutazione superiore al 20%.
FONTE IL PICCOLO