I comparti sanità, patrimonio e beni diversi costituiscono un mondo con dinamiche completamente differenti rispetto a quello dell’Rca sui veicoli La ricerca di protezione cresce dati ufficiali si fermano al terzo trimestre del 2019, ma i segnali sono incoraggianti: il ramo danni continua a crescere, sia pure con percentuali contenute. Le statistiche dell’Ivass, relative ai primi nove mesi del 2019, evidenziano un incremento della raccolta nel settore danni del 3,6% a fronte di un calo dei premi del settore vita dell’l,3%. L’Aria, l’associazione delle imprese di assicurazione, ha già elaborato i dati relativi all’intero anno del campione formato dalla quasi totalità delle compagnie nazionali e da 48 rappresentanze di imprese europee e qui la crescita del ramo danni si attesta al 2,8%. In realtà quando si esamina l’andamento del ramo danni la valutazione cambia in maniera sostanziale se, invece di considerare il settore nella sua interezza, si guarda ai due grandi aggregati che lo compongono, il comparto auto da un lato e i comparti salute, patrimonio e beni diversi dall’auto dall’altro, due mondi che presentano dinamiche completamente diverse tra loro. Tra il 2005 e il 2018 l’ammontare dei premi raccolti dalle polizze di responsabilità civile auto (Rca), pur continuando a essere il ramo con la raccolta più elevata in valore assoluto, si è ridotto di quasi un quarto; il contributo di questo ramo è andato progressivamente riducendosi, nel 2005 apportava quasi la metà della raccolta danni totale, oggi il dato è al 37%. Di contro negli ultimi anni è leggermente aumentato il peso, ora pari al 9% del ramo “corpi di veicoli terrestri” che comprende le polizze furto, incendio, danni da eventi atmosferici o atti vandalici o da collisione (kasko).
I COMPARTI NON AUTO Ben più vivace l’andamento dei comparti non-auto che, sempre nel periodo 2005-2018, hanno visto crescere la raccolta del 30% e che a settembre 2019 contribuivano per il 54% al premi raccolti in nove mesi. Una tendenza alla crescita che dovrebbe proseguire negli anni a venire, se non si considerano gli effetti negativi della pandemia, dal momento che gli italiani sono storicamente sotto-assicurati, come ricorda l’ultima edizione del documento “Allontaniamo i rischi – rimaniamo protetti” dell’Ania. L’incidenza dei premi sul Pii nel settore non-auto è pari all’1,0%, contro una media europea del 2,6%, con un premio medio per abitante pari a circa un terzo di quello dei principali paesi europei considerati. Sono dati relativi al 2018, ma il quadro non dovrebbe essere sostanzialmente cambiato. Sono differenti anche i canali distributivi adoperati dai due sottogruppi del ramo danni. Nel settore auto sono gli agenti a far la parte del leone, sulla base dei dati Ania hanno raccolto quasi 1’83% dei premi del portafoglio diretto al quarto trimestre 2019, nei rami non-auto il loro contributo cala al 66,4% e cresce il peso di broker (13%) e degli sportelli bancari (11,3%); la minore confrontabilità dei prodotti non auto rende poco rilevante, siamo appena all’1%, il canale della vendita diretta a distanza (telefono e online) che nel comparto auto apporta 1’8,3% dei premi.
L’EXPLOIT DEL SEGMENTO SALUTE Tra i comparti danni non-auto spicca la costante crescita delle polizze del comparto salute, ossia le polizze del ramo 1, infortuni, e quelle del ramo 2, malattia. Sommati assieme, i premi di questi due rami rappresentano il 17% circa del totale, nel 2005 il loro peso era pari al 13% ed è il comparto cresciuto maggiormente (+33%) nel periodo 2005-2018. L’incremento delle polizze malattia è stato del +69%, le polizze infortuni si fermano a un +12% e un contributo rilevante all’affer *** mars! del ramo malattia viene dalle polizze collettive sottoscritte dai fondi sanitari peri propri aderenti, oltre il 50% dei premi di questo ramo è riferibile a questa tipologia di prodotto; come sottolinea l’Ivass, le polizze malattia collettive si distinguono per un premio medio più elevato e per una maggiore frequenza di sinistri, caratterizzati da costi unitari in generale più contenuti.. II crescente ricorso alle polizze malattia, individuali o collettive che siano, pub apparire poco comprensibile considerata la copertura garantita dal sistema sanitario nazionale, ma si spiega con l’elevato ammontare di spesa sanitaria che viene sostenuta direttamente dalle famiglie. I numeri sono ancora quelli del documento Ania e rivelano che questa spesa sanitaria extra ammonta a ben 40 miliardi: solo i17% è riconducibile alle assicurazioni e appena 113% a fondi e casse sanitarie, la parte rimanente, 36 miliardi +3,6 PER CENTO La crescita nei primi nove mesi del 2019 della raccolta nel settore danni +30 PER CENTO La crescita tra 2005 e 2018 della raccolta dei “comparti danni” diversi dall’auto circa, è quindi pagata di tasca propria dalle famiglie. Nel confronto europeo, si legge nel documento, l’Italia risulta il paese con la più alta incidenza da parte delle famiglie di uso dei propri risparmi (il 90% rispetto a una media del 56%) per far fronte a cure e spese mediche.
LE TENDENZE L’analisi del comparto danni non pub essere limitata solo ai numeri, ci sono da analizzare anche tendenze e novità. L’Ivass segnala, ad esempio, una crescente offerta nel comparto salute di polizze “su misura” e spesso modulari, ossia abbinabili á coperture di altra natura; nel settore infortuni vanno diffondendosi gli “smart contract”, le polizze di breve durata e dal costo contenuto che si attivano con click, e anche le polizze smart possono essere modellate a “ombrello”, includendo cioè coperture assicurative
LE PERFORMANCE Trai comparti danni non-auto spicca la costante crescita delle polizze del comparto salute, ossia le polizze del ramo 1, infortuni, e quelle del ramo 2, malattia. Sommati assieme, i premi di questi due rami rappresentano il 17% circa del totale, nel 2005 il loro peso era pari al 13% ed è il comparto cresciuto maggiormente (+33%) nel periodo 2005-2018. L’incremento delle polizze malattia è stato del +69%, le polizze infortuni si fermano a un +12% e un contributo rilevante all’affermarsi del ramo malattia viene dalle polizze collettive sottoscritte dai fondi sanitari per i propri aderenti. per rischi diversi. Con l’utilizzo sempre più diffuso di sistemi informatici, poi, cresce l’offerta di protezione e tutela assicurativa sul fronte del cyber-risk, rivolta soprattutto a favore delle piccole e medie imprese maggiormente esposte, ma anche delle famiglie. C’è un comune denominatore in questi trend ed è il ricorso alla tecnologia, sia per modernizzare l’offerta e le modalità di contatto con la clientela, sia per aumentare l’etücienza dei processi di back-office. L’istituto di vigilanza sulle assicurazioni sottolinea come in tale ambito nella maggior parte dei casi le compagnie stringono patti con provider terzi, fornitori di tecnologia e di piattaforme, mentre in altri casi, sono le compagnie a offrire direttamente servizi tecnologici diversi da quelli assicurativi, investendo per creare loro stesse incubatori di startup. 40 MILIARDI La spesa sanitaria non coperta dal servizio pubblico, di cui solo i17%è riconducibile alle assicurazioni e appena il 3% a fondi e casse sanitarie. La parte rimanente, 36 miliardi circa, è quindi pagata di tasca propria dalle famiglie.
FONTE AFFARI & FINANZA – LA REPUBBLICA