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Il risiko delle polizze Compagnie in saldo arriva l’attacco estero

27 Gennaio 2014

Miliardi di polizze in movimento. Il mercato italiano delle assicurazioni, per anni più pietrificato della «foresta pietrificata» del credito, si è messo in moto negli ultimi mesi sulla spinta di tre fattori determinanti e annuncia un 2014 ricco di sorprese.

 

Miliardi di polizze in movimento. Il mercato italiano delle assicurazioni, per anni più pietrificato della «foresta pietrificata» del credito, si è messo in moto negli ultimi mesi sulla spinta di tre fattori determinanti e annuncia un 2014 ricco di sorprese.
Equilibri
A muovere gli equilibri è intervenuto, prima di tutti, Mario Greco, group ceo delle Generali, la prima assicuratrice italiana che, insediatosi a Trieste nell’agosto del 2012 ha subito dato un segnale di discontinuità annunciando l’uscita da molte partecipate e soprattutto la messa in vendita di interi rami d’azienda. Greco ha ceduto le riassicurazioni negli Stati Uniti e le compagnie in Messico, sta trattando per cedere la luganese Bsi, che piace molto in Oriente. In Italia, dove gli acquisti sono inibiti al Leone di Trieste dall’Autorità per la tutela della concorrenza, ha ceduto a Cattolica Assicurazioni il Fata, fondo assicurativo tra agricoltori. In 17 mesi ha portato a casa 2,4 miliardi di euro, in parte reinvestiti nell’Est Europa e in Germania.
L’altro macro fattore di movimento del mercato è stata l’acquisizione da parte di Unipol delle attività assicurative della famiglia Ligresti. Una maxi-operazione miliardaria, che ha una coda di grande attualità: la cessione di premi per 1,2 miliardi di euro da parte della nuova entità UnipolSai ai tedeschi di Allianz. L’operazione, avviata da parte di Allianz da George Sartorel ancora nell’estate scorsa, è giunta adesso alla stretta decisiva: le parti trattano in via esclusiva. Allianz, che oggi è rappresentata in Italia da Klaus-Peter Roehler, probabilmente preferirebbe entrare in possesso dell’intero portafoglio della Milano Assicurazioni, mentre UnipolSai punta a una cessione più articolata e soprattutto a mantenere il marchio.
La crisi della finanza ha fatto il resto. Portando ad esempio Banca Carige al tavolo dei venditori per la cessione delle due compagnie di casa, Danni e Vita. Per ora senza fortuna, nonostante il prodigarsi di Piero Montani che vuole vendere per limitare al massimo l’importo dell’aumento di capitale necessario a salvare la banca dagli strali della Bce. Per ora Ageas, gruppo belga delle polizze, si è fermato sull’uscio, forse intimorito dall’indagine della magistratura. Che cosa c’è nei bilanci delle due compagnie? Le verifiche sono in corso. L’interesse non manca, ma l’operazione è complessa e delicata.
Protagonista
Ora l’anno si apre con un nuovo protagonista, ancora una volta estero. La francese Axa, che in Italia lavora da decenni anche al fianco del Monte dei Paschi di Siena, di cui è socio stabile, ha chiuso il 2013 annunciando un miliardo di euro di disponibilità cash agli investimenti internazionali nel 2014: quanti di quei soldi saranno investiti in Italia? Per ora il colosso francese delle polizze si è limitato a ristrutturare il palazzo milanese in zona Garibaldi e a investire in Colombia e in Cina.
«In Italia — evidenzia Claudio Cacciamani, docente di Economia degli intermediari finanziari all’università di Parma ed esperto del mondo assicurativo – stanno affacciandosi diverse compagnie straniere, anche dai paesi dell’Est Europa. Compagnie di media taglia, specializzate in nicchie di mercato come il credito e le cauzioni. Ma sono altri due i fatti realmente nuovi che possono cambiare il profilo del settore nei prossimi anni: l’entrata nel capitale delle compagnie di assicurazione da parte dei fondi di private equity , già interessati ad alcune operazioni in corso e la razionalizzazione della rete agenziale, dopo l’abolizione dei vincoli di esclusiva voluti dalla legge Monti. Inoltre, si profila un diverso rapporto tra le banche e le compagnie interamente possedute, soprattutto alla luce delle nuove norme sulla vigilanza e il capitale».
Prospettiva
La prospettiva indicata da Cacciamani lascia intuire che molte delle attuali compagnie, attive soprattutto nel Vita e controllate dagli istituti di credito, dovranno essere cedute, con riflessi che interesseranno gli equilibri dell’intero settore, ma libereranno capitale per le banche. L’aumento dell’offerta di compagnie cedibili, potrà quindi riflettersi anche sui prezzi delle transazioni, al momento influenzati da due altri fattori. Da un lato, soprattutto per le compagnie del settore Vita, pesa l’esposizione in titoli di Stato italiani. E in questo caso, visto il recente aumento delle quotazioni dei Btp decennali le compagnie stanno beneficiando dell’incremento di valore dei propri asset . Ma dall’altro lato gli effetti della normativa Monti prospettano l’estinzione o quasi degli agenti monomandatari, che sono stati la forza delle compagnie, almeno in Italia. I due fattori difficilmente si annulleranno, ma influenzeranno eventuali due diligence . Intanto, il tempo diviene fattore determinante e se una fetta delle polizze italiane è al centro di interessi internazionali (Allianz, le piccole compagnie dell’Est, le attese mosse di Axa), appare evidente che chi farà la prima mossa potrebbe acquisire un vantaggio determinante nella partita a risiko. In questa prospettiva va inserita anche la francese Groupama, come Axa da sempre attesa da una mossa da protagonista, ma sempre fermatasi a un passo dall’entrata in scena. Il momento appare indicato per rompere gli indugi.

FONTE CORRIERE ECONOMIA