Nuovo allarme di Insurance Europe riguardante il potenziale impatto della riforma della legislazione sulla protezione dei dati – attualmente in discussione presso le istituzioni comunitarie – sul settore assicurativo europeo. Nello scorso mese di ottobre, l’associazione europea delle compagnie assicurative e riassicurative aveva infatti espresso la propria preoccupazione nei confronti delle nuove norme
Nuovo allarme di Insurance Europe riguardante il potenziale impatto della riforma della legislazione sulla protezione dei dati – attualmente in discussione presso le istituzioni comunitarie – sul settore assicurativo europeo. Nello scorso mese di ottobre, l’associazione europea delle compagnie assicurative e riassicurative aveva infatti espresso la propria preoccupazione nei confronti delle nuove norme sul “diritto all’oblio” e in materia di revoca del consenso, che sarebbero potute entrare in conflitto con le modalità utilizzate dalle imprese di assicurazione nel trattamento dei dati personali, rendendo potenzialmente impossibile per le compagnie l’identificazione di profili sospetti riguardanti possibili frodi assicurative (considerato che le compagnie stesse non sarebbero più in grado di risalire a frequenza e tipologia di sinistri avvenuti in passato e riconducibili ad una determinata persona).
In una nuova nota rilasciata nella giornata di ieri, Insurance Europe prosegue nell’allertare al riguardo della riforma della normativa sulla protezione dei dati, che porterebbe ad un aggravio di costi per gli assicurati e condurrebbe ad una serie di effetti negativi per lo stesso mercato assicurativo.
Le richieste di rimozione dei propri dati dalle banche dati delle compagnie, secondo l’associazione, creerebbe maggiori difficoltà alle imprese per quanto concerne il contrasto alle frodi assicurative, visto che non sarebbero più in possesso dei dati necessari (o non potrebbero più essere in grado di elaborarli). Questo si tradurrebbe in un incremento del peso delle frodi – attualmente stimato al 10% – sul totale complessivo dei sinistri europei, con la successiva ricaduta su tutti gli assicurati onesti.
Un’ulteriore effetto negativo, secondo Insurance Europe, sarebbe rappresentato dall’impossibilità per le imprese di adempiere ai propri obblighi contrattuali nei confronti dei contraenti che richiedessero la rimozione dei propri dati dalla banche dati, in quanto le compagnie non potrebbero più elaborare quanto sarebbe loro richiesto nell’eventualità di sinistri o pagamento di indennizzi. La riforma impedirebbe inoltre alle compagnie di rispettare le vigenti normative europee in materia di trattamento dei dati degli assicurati.
“L’industria assicurativa europea sostiene pienamente gli obiettivi che la riforma si pone per proteggere la privacy di ogni persona – commenta William Vidonja, Head of conduct of business di Insurance Europe −. La legislazione dovrebbe però anche tener conto delle modalità di utilizzo dei dati da parte delle compagnie per le proprie principali attività. La riforma potrebbe quindi mantenere la certezza del diritto per le imprese che hanno bisogno di conservare ed elaborare i dati per finalità normative e contrattuali, nonché per il contrasto alle frodi. Se ciò non avverrà, è probabile che il nuovo quadro normativo si tradurrà in premi più elevati per gli assicurati onesti”.
FONTE INTERMEDIA CHANNEL