Cari colleghi,
ricordo con profondo affetto mio nonno Antonio, fiero appuntato dell’Arma ormai in pensione, che nel lontano 1985, al compimento dei miei 18 anni, volle regalarmi un buono fruttifero postale a termine di ben 5 milioni delle vecchie lire che triplicavano il loro valore in soli 11 anni!!
Ovviamente il mio affetto, aldilà di questo episodio, ha ragioni che la ragione non può spiegare, ma che solo il cuore può dettare….; questo ricordo condiviso rappresenta solo un valido spunto per una riflessione sul mutato contesto nel quale i risparmiatori virtuosi, come mio nonno, oggi devono barcamenarsi. Senza dubbio mi ritengo fortunato per due motivi: il primo per aver avuto un nonno generoso, uomo di sani principi e nobili valori, in secondo luogo per aver tranquillamente incassato la somma pattuita senza dover ricorrere a ricorsi e sentenze giudiziarie che hanno ristabilito il diritto a percepire quanto promesso da Poste Italiane su quel pezzo di carta……ma questa è un’altra storia.
Oggi, guardando al mutato contesto economico, verrebbe da dire, parafrasando l’illuminato Lorenzo il Magnifico, che “chi vuol essere lieto sia: di doman non c’è certezza”!!
Vero è che nel 1985 l’inflazione, seppur in calo dai livelli record a due cifre di qualche anno prima, comunque era all’8% e i BOT rendevano il 14% lordo……erano altri tempi, con rendimenti “dopati” che hanno fatto la fortuna di molti, ma purtroppo principale concausa del debito pubblico record di oggi, pesante macigno della collettività, compresi i neonati al loro primo vagito.
Già da diverso tempo i professionisti del settore, in particolare noi agenti di assicurazione, hanno dovuto imparare a confrontarsi con ben altri tassi d’interesse, prossimi allo zero, e con certezze che via via diventavano sempre meno “spendibili”. Inoltre le stringenti regole europee di Solvency II hanno costretto le compagnie a rivedere le proprie strategie. In questo ambito si sono susseguite le loro insistenti richieste al regolatore italiano di poter avere più flessibilità nella gestione, allineando l’Italia ad altri Paesi europei, in primis riducendo gli impegni di capitale verso gli assicurati dal 100% al 95-90%, in secondo luogo potendo ridistribuire le plusvalenze maturate dalla vendita di titoli non obbligatoriamente nell’anno di riferimento, come attualmente avviene, ma spalmandole su più anni, per far fronte anche ai momenti di magra attraverso la creazione di appositi fondi.
Ecco allora che dopo mesi di discussioni e incontri tra ANIA ed IVASS, sembra maturata la riforma delle polizze vita tradizionali di ramo I che a breve, fine settembre massimo inizi ottobre, dovrebbe andare in pubblica consultazione, con buona pace delle compagnie (che continuano a performare in quel ramo e che da inizio dell’anno hanno raccolto 30 miliardi di euro) e dello Stato, visti gli ingenti investimenti in Btp. Poi sarà il mercato a dover fornire i necessari riscontri: da un lato gli intermediari obbligati a continuare nella profonda trasformazione professionale, già in corso, e nella riqualificazione della proposizione di prodotti sempre meno “garantiti”, dall’altro i clienti, i quali continuano ad apprezzare queste polizze, considerate da sempre un porto sicuro, ma che dovranno accettare, gioco forza, il fatto che quella certezza alla quale erano da tempo abituati si è inesorabilmente ridotta, barattandola con la “speranza” di rendimenti più generosi.
Noi agenti del GA-GI siamo stati come al solito lungimiranti: abbiamo già responsabilmente raccolto da tempo la sfida della diversificazione posta dalla mandante, orfani del minimo garantito ed alla ricerca del rendimento “perduto”, seppur in un difficile contesto di mercato; ma in fondo sempre più consapevoli dell’importante ruolo sociale rivestito in qualità di consulenti professionisti del risparmio e dell’indispensabile ed insostituibile apporto produttivo alla compagnia fornito dalla rete agenziale……..oggi così come nel 1985.
Ciao nonno!!
Buona lettura.
Il componente di Giunta
Antonio Caputo