«Credo che la nuova direttiva europea sulla distribuzione assicurativa alla fine non creerà grandi turbative agli intermediari italiani». È quanto sostiene Jean François Mossino (nella foto), presidente della commissione agenti e componente del consiglio di amministrazione del Bipar. Intervenuto la settimana scorsa in occasione della presentazione del Cesia, Mossino ha sottolineato l’attività svolta dalle rappresentanze dei diversi paesi che aderiscono alla Federazione europea degli intermediari assicurativi, «che hanno lavorato molto affinché il testo iniziale, che presentava delle minacce, venisse modificato e riorganizzato focalizzando l’attenzione sulla distribuzione e non più sull’intermediazione».
Ma perché per gli intermediari italiani la nuova direttiva non rappresenta un aggravamento? «In Italia», ha risposto Mossino, «la nuova direttiva non fa altro che riprendere temi che erano già contenuti nella prima direttiva. Dovremmo porre attenzione solo al fatto che si tratta di una direttiva minima, cioè era nata per dare una indicazione importante a tutti i paesi europei perché si allineassero con l’obiettivo di avere un mercato unico. Cosa che invece è lontano dal realizzarsi. Dà dunque spazio a ogni paese di poter regolamentare in maniera anche superiore a quello che invece il legislatore europeo ha voluto indicare. Questo significa che dovremo stare attenti a quello che si legifera anche nel nostro paese».
Qualche settimana fa, a Bruxelles, si è svolto un incontro organizzato dal Bipar dedicato all’analisi proprio della nuova direttiva sulla distribuzione assicurativa (un incontro al quale era presente anche Anapa). Mossino era presente in rappresentanza dello Sna (per il quale è il delegato), insieme con il direttore Andrea Bonfanti. Prima della partenza per il Belgio, lo Sna ha approfondito il tema in un incontro con il consulente legale Paolo Martinello, al quale hanno partecipato Domenico Fumagalli, Michele Languino e gli stessi Bonfanti e Mossino. Successivamente è stato predisposto un documento condiviso con le associazioni dei broker Aiba e Acb, presentato al Bipar per le necessarie verifiche da parte dei giuristi e traduttori. Il documento, ha evidenziato lo Sna, «richiama l’attenzione su alcune imprecisioni nella traduzione italiana del testo della direttiva che possono dare luogo a interpretazioni non coerenti con il testo originale in lingua inglese».
FONTE TUTTO INTERMEDIARI – 2 NOVEMBRE