LA PAURA FA……….1371 MILIARDI
Il pensiero della settimana di Antonio Caputo
Cari colleghe e colleghi,
in tanti conoscono il significato attribuito all’ultimo dei numeri della cabala per il gioco del lotto e della tombola, quel 90 che rappresenta la paura, termine con il quale si esprime un’emozione attuale, una condizione imprevista oppure un semplice stato di preoccupazione ed incertezza per il futuro.
Ma di cosa hanno paura gli italiani quando si parla di soldi?
È la domanda posta da un’indagine del Corriere della Sera, partendo dall’analisi dei dati forniti da Banca d’Italia: dei 4.287 miliardi di ricchezza finanziaria delle famiglie italiane, 1.371 sono depositati sui conti correnti, in aumento di 32 miliardi rispetto al dato del 2017.
Questa notizia è rimbalzata sul web nei giorni scorsi, diventato per tutti gli operatori del settore del risparmio e dell’investimento una specie di mantra, una missione da portare a termine, ossia intercettare questo enorme tesoro per dirottarlo verso più logiche e remunerative soluzioni di investimento…….chiaramente quelle di casa propria!
Certo che di illogico in tale atteggiamento iper prudente c’è tanto, basti pensare che dai dati ABI, il tasso di remunerazione medio di questi depositi e dello 0,38%, i depositi di c/c tradizionali che rendono zero, anzi costano 142 euro per famiglia, per arrivare allo 0,5% netto dei depositi vincolati ad un anno, ma con un’inflazione che viaggia allo 0,9% su base annua.
Detta così nulla da obiettare, ma l’articolo continua ad esaminare il fenomeno, che oltre ad avere evidenti risvolti tecnici presenta anche una forte e preoccupante connotazione sociale.
E allora scopriamo che la distribuzione della ricchezza è sempre più disomogenea, e che solo il 78% degli italiani (-2% rispetto al 2017) potrebbe far fronte ad una spesa imprevista di mille euro, mentre il 36% (+2%) potrebbe affrontare un’emergenza da 10 mila euro; che il 53% degli italiani ha paura della recessione, il 40% teme la perdita del lavoro ed il 27% un aumento delle tasse, neanche tanto irragionevolmente ed emotivo considerando che si parla di frenata del PIL e di recessione tecnica ormai certificata, con il numero degli imprenditori disposti a fare investimenti nel 2019 pari all’11% rispetto al precedente 25%.
Alla specifica domanda: “Che cosa farebbe se le regalassero centomila euro?” il 47% ha risposto che li metterebbe da parte, ma solo il 14% li investirebbe in azioni, fondi o prodotti finanziari.
Le famiglie italiane sono sempre più prudenti, con una propensione al “parcheggio” della liquidità salito all’8,1% del reddito disponibile……guadagno 100 euro, 8 li metto da parte.
E allora ecco che il mantra assume una diversa connotazione, invitando tutti ad un atteggiamento più prudente e meno celebrativo, anche in funzione di assegnazione di target produttivi e di obiettivi di periodo che devono tenere in conto dell’attuale contesto socio economico di riferimento, per evitare flop previsionali e deludenti consuntivi.
Noi agenti del GA-GI non abbiamo certo timore di lavorare in tale contesto, siamo pronti come sempre al confronto, utilizzando tutta la nostra professionalità e competenza per proporre soluzioni più logiche di impiego del denaro, ma tutto ciò da solo non può bastare e non può prescindere da prodotti di investimento e di risparmio performanti, adeguati e che siano idonei a rispondere all’incertezza dominante e a scalzare freni ed inibizioni nella clientela.
In tale situazione continua ad avere un ruolo fondamentale ed insostituibile la nostra storica gestione separata GESAV, con la quale i nostri clienti, tradizionalmente poco propensi a correre rischi sui mercati finanziari, sono stati tutelati e protetti attraversando indenni tutte le crisi economiche e finanziarie degli ultimi 30 anni; così come riveste un ruolo imprescindibile la figura dell’agente professionista, che saprà condurre per mano il cliente in una profittevole riallocazione delle proprie risorse e in un sapiente mix di tradizione ed innovazione.
Soprattutto dopo il disastroso 2018 che ci siamo lasciati alle spalle, con praticamente tutti gli asset finanziari in perdita come non accadeva dalla crisi del ’29….la tempesta perfetta, come definita da molti.
Ma proprio per questo motivo vale la pena ricordare cosa scrisse il famoso poeta Ovidio:
“Chi ha naufragato trema anche di fronte ad acque tranquille”.
Buona lettura!
Antonio Caputo
Componente di Giunta