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LA PAZIENZA CHE CESSA DI ESSERE VIRTU’

15 Maggio 2017

Cari colleghi,

prendo spunto da quanto letto su un articolo pubblicato su “Corriere Economia” dal titolo “La reputazione è tutto” per analizzare la situazione attuale che intercorre fra Compagnia, Ga-Gi e Agenti.

Alcune frasi dell’articolo mi sono sembrate particolarmente interessanti. Riferendosi alla reputazione è detto che “si conquista negli anni ma si può perdere in un attimo” e che “per ambire ad avere una reputazione più alta bisogna rispondere alle aspettative”.

Orbene gli atteggiamenti di questi ultimi tempi, da parte di alcuni manager di Generali Italia, stanno seriamente minando le buone relazioni industriali da sempre intercorse tra il nostro Gruppo Agenti e la mandante. È un dato di fatto che il grado di appartenenza che ci ha sempre contraddistinto non ha mai trovato pari fra le altre reti (non sarà un caso se ad oggi non c’è un solo collega che abbia optato per il plurimandato e che pretendiamo la stessa fedeltà anche nelle nostre reti secondarie), ma è altrettanto vero che il rispetto che ci era sempre stato riservato si sta sciogliendo come neve al sole. Non si contano più i tentativi di scavalcare le nostre rappresentanze cercando di sostituirle con rapporti “one to one” ingaggiando degli “equilibrati” incontri di pugilato fra un peso massimo e un peso mosca. Altrettanto frequenti sono le “dichiarazioni d’amore” cui seguono poi comportamenti ambigui o i corteggiamenti sempre più impudenti verso chi è più sensibile alle lusinghe, anche se meno fedele verso la “nostra storica” azienda Generali.

Per continuare a godere della nostra fiducia si deve saper rispondere alle nostre aspettative sempre più dettate dallo spirito di sopravvivenza piuttosto che da bramosia di ricchezza e l’evoluzione economico e normativa impongono di farlo in fretta.

In un interessantissimo articolo pubblicato lo scorso sabato su “Il Sole 24 Ore”, che trovate in primo piano nella “Rassegna Stampa” odierna è compiuta un’analisi molto dettagliata delle cause che hanno “bloccato” la crescita del Leone creando un divario dimensionale enorme rispetto ai suoi maggiori competitor, come Allianz e Axa. Eccole: rischio paese; errori strategici che hanno mandato in fumo circa 18 miliardi in 17 anni tra le quali l’acquisto di INA “che, costata più o meno 10 miliardi, si è rivelata un buco nero che solo nel 2006 Generali è riuscita a colmare”, l’operazione Telecom, quella Commerzbank ed altre ancora che si sono susseguite sino ai giorni nostri; a questo deve aggiungersi il continuo stacco di laute cedole che hanno appagato gli azionisti ma contestualmente sottratto l’ossigeno necessario alla crescita.

Eppure a fronte di questi disastri manageriali, che hanno portato alla frettolosa creazione di “Generali Italia” con la fusione dei vari brand, per diminuire in primis i costi della compagnia e per poi livellare tutto, ma con provvigioni diversificate a parità di prodotto, pare che l’unica soluzione sia rappresentata dall’estenuante, insistente e pervicace richiesta di più produzione agli agenti, aumentando il premio medio RCA, riducendo gli organici tecnici e amministrativi, pretendendo risultati operativi insostenibili che finiscono per portare i “nostri” ispettori di produzione, esasperati, verso altre Compagnie.

Tutto ciò fa parte delle istanze che la nostra Giunta Esecutiva, coadiuvata dall’immenso lavoro delle commissioni tecniche e con la condivisione unanime del Consiglio Direttivo, sta presentando in modo incessante ai nuovi manager di questa giovane compagnia, che è molto diversa da quella che abbiamo conosciuto e rappresentato sino al 30-06-2013, che con tutti i problemi vissuti, aveva perlomeno la reputazione di essere un grosso predatore e non una preda.

Se da una parte siamo inevitabilmente “vittime” perché tali errori strategici trascinano anche noi, dall’altra parte siamo consapevoli che l’unione e la coesione e i valori associativi sono ancora oggi il nostro punto di forza. In più occasioni lo abbiamo dimostrato e anche adesso, in questi giorni, al nostro appello di protesta di non far partecipare alle riunioni di “AMBIZIONE DNA” gli organi dirigenti e le commissioni tecniche del GA-GI, hanno trovato, seppur non esplicitamente richiesto, una spontanea, immediata e numerosa adesione anche da parte di molti altri agenti, fino a raggiungere oltre l’80% delle rinunce, nonostante la presenza in prima fila dei “soliti noti”, sempre pronti a lamentarsi a prescindere, con al compagnia (dietro alle spalle) e col Gruppo Agenti (nelle varie assemblee), ma che, dimenticano che in questo modo non otterranno dal chief di turno, se non vantaggi effimeri, perché come ricorda un motto noto al nostro Gruppo “i manager vanno e gli agenti restano” , soprattutto quegli agenti, che credono nei valori e nella forza della coesione di un’associazione di categoria.

Cesare attraversando il Rubicone esclamò “alea iacta est” (il dado è tratto) per significare che non si poteva più tornare indietro. Noi più pragmaticamente ci limitiamo a ricordare che la pazienza (dal latino patire) ha un limite oltre il quale non si può andare.

Buona lettura!

Fulvio Galli

Segretario Generale