Il ricco business dell’Rc Auto, che in Italia frutta parecchio — siamo uno dei Paesi più cari in Europa —, ha spinto le case automobilistiche a farsi la propria compagnia o a trovare accordi con imprese italiane.
Il ricco business dell’Rc Auto, che in Italia frutta parecchio — siamo uno dei Paesi più cari in Europa —, ha spinto le case automobilistiche a farsi la propria compagnia o a trovare accordi con imprese italiane. Anche i concessionari sono ormai molto solerti a offrire polizze auto (ma anche finanziamenti o polizze a copertura del credito) senza che il consumatore sia consapevole di chi ha di fronte (venditore d’auto, assicuratore, finanziatore?). Normalmente i concessionari operano con la lettera E (come collaboratori di qualche agenzia) e incassano anche un buona provvigione, facendo concorrenza agli agenti tradizionali, con il vantaggio competitivo che l’automobilista è tutto concentrato sulla macchina che desidera guidare e non sulle condizioni assicurative offerte.
Gli automobilisti incappati nel regalo della polizza gratuita come possono uscire dal ginepraio? Ania e Ivass, già prima della lettera al mercato dell’Authority a favore dei consumatori, avevano già avviato i contatti per rivisitare la normativa nell’ambito del tavolo tecnico che verrà istituito per disciplinare la «smaterializzazione dell’attestato di rischio». Un tema per il quale nei giorni scorsi Ivass ha aperto una pubblica consultazione sullo schema di regolamento che, all’articolo 3, comma 2, parla proprio dell’individuazione di regole evolutive da definire.
I consumatori hanno suggerito di applicare in maniera estensiva il Regolamento n. 4/2006 (articolo 8 comma 7) dell’Isvap (ora Ivass) che regola i casi di attestati di rischio per i veicoli in leasing o noleggio a lungo termine. Con la possibilità per chi usa il veicolo di chiedere all’assicuratore il rilascio di un duplicato dell’ultima attestazione sullo stato del rischio relativo all’auto in uso. In questo modo si potrebbe mantenere la storia assicurativa di chi è già assicurato combinando il precedente attestato di rischio con la documentazione sull’ultimo anno. «Chi non ha potuto usufruire della Bersani o chi si è assicurato per la prima volta potrebbe entrare, almeno, in classe 13», spiega nella sua lettera all’Ivass Marco Pierani, avvocato di Altroconsumo. E proprio questa potrebbe essere la soluzione individuata.
FONTE PLUS 24