Cara Sottosegretario,
da SNA Channel ho appreso che Lei avrebbe apprezzato come fatto positivo la provocatoria stipula di un “contratto nazionale di lavoro”, teso a cancellare le previgenti acquisizioni normative ed economiche, da parte di SNA, unitamente a due sigle sindacali di lavoratori del tutto sconosciute ai dipendenti delle agenzie assicurative, come agli altri sindacati dei lavoratori. Faccio fatica a credere che questa sia una notizia veritiera e, come me, non lo credono possibile neppure i lavoratori e le lavoratrici direttamente interessati, rimisti allibiti nell’apprendere dell’operazione SNA. Ma, nel caso davvero Lei si fosse espressa positivamente sul comportamento di SNA, posso chiederLe se questo ha fatto dopo aver letto accuratamente le 40 pagine di quel “contratto” di lavoro, e relativi allegati? Per confrontarne i contenuti, ha preso pure visione del Contratto nazionale che SNA intende scardinare, e cioè il CCNL UNAPASS stipulato il 4.2.2011 che, in quella data, anche la delegazione sindacale di SNA aveva firmato, ma che in seguito, come già accaduto per accordi precedenti, il Comitato Nazionale SNA si era rifiutato di ratificare, costringendo alle dimissioni la sua precedente dirigenza? E’ informata che le tabelle economiche, concordate con le sigle sindacali individuate da SNA per giungere a questo “accordo” capestro, sono mensilmente inferiori da € 63,66 (per la 2a categoria) ad € 342,72 (per i quadri) rispetto a quelle riconosciute dallo scaduto CCNL UNAPASS e che da anni sono nella maggioranza delle buste paga dei lavoratori? Quante potenziali cause, generate da una immotivata diminuzione di stipendio, stanno per essere depositate sui tavoli di una Magistratura del Lavoro già al collasso per carenza di uomini e di mezzi? Ed è a conoscenza che la differenza retributiva tra non molti giorni sarà ancora maggiore, non appena UNAPASS ed ANAPA avranno firmato l’ormai definito nuovo CCNL con quelle sigle sindacali – confederali ed autonome – che davvero hanno l’adesione dei colleghi assicurativi e dalle quali essi si fanno tutelare nelle vertenze che nel settore nascono numerose alla fine del rapporto di lavoro, quando il dipendente non è più sottoposto ai ricatti del proprio agente? Per farle un esempio di reale rappresentatività sindacale, considerato che su questo SNA talora si permette di ironizzare, le cito il caso che ben conosco: alla Spezia sono iscritti alla sola FIBA/CISL ben 43 sui circa 150 dipendenti di agenzia della provincia; una quarantina sono poi gli associati a FISAC/CGIL e FNA; perciò le sigle confederali ed autonome che stanno trattando con UNAPASS ed ANAPA (SNA ha rifiutato il confronto, nessuno l’ha cacciata dal tavolo negoziale!) rappresentano nella mia città ben più della maggioranza assoluta dei lavoratori interessati: e Lei ben sa quali pressioni subiscano i dipendenti di agenzia perché non aderiscano ad un sindacato! Il vero Contratto nazionale di categoria, quello che auspicabilmente presto sarà firmato, ovviamente manterrà le tutele normative oggi esistenti e garantirà aumenti economici, pur se in misura ancor insufficiente ai bisogni dei colleghi e non congrui con la professionalità quotidianamente espressa dagli impiegati di agenzia, non di rado più competenti nel lavoro assicurativo dei propri datori di lavoro i quali, nonostante le molte lacrime di coccodrillo versate da SNA contro le Compagnie e contro ANIA, gratificano comunque la propria attività con remunerazioni ben più elevate rispetto a quelle che riservano ai propri collaboratori. Lascio a Lei verificare quanto un dipendente di agenzia ci rimetterebbe anche dal punto di vista normativo, se la provocazione di SNA andasse a segno. Faccia una collazione tra i due CCNL e se ne renderà prontamente conto: dall’apprendistato al lavoro anche al sabato, alle ferie, alle
semifestività diventate discrezionali per l’agente (e quindi di fatto cassate nella stragrande maggioranza dei casi), al premio aziendale (raramente pagato ed ora anche ridotto negli importi), agli inquadramenti, all’indennità di funzione del quadro e via peggiorando!). Il massimo della propria piccineria SNA lo svela nel tentativo di lucrare pure sulla data dell’accredito dello stipendio, protratta dall’ultimo giorno del mese di competenza al giorno 10 del mese successivo! Sulle sigle sindacali che hanno aiutato SNA in questa prova di forza contro i lavoratori non mi esprimo: lascio a Lei rintracciare un solo caso, dal dopoguerra ad oggi, in cui un contratto nazionale del settore assicurativo non abbia conseguito almeno migliorie economiche rispetto a quello scaduto. Se, come credo, non riuscirà a trovarlo, saprà Lei stessa esprimere l’unica valutazione possibile. Posso rivolgerLe una domanda ben precisa? Su SNA Channel ho letto quanto segue (faccio copia/incolla per non sbagliare la citazione: l’italiano risulta un tantino impreciso, ma il significato è trasparente): “Il rinnovo del CCNL da parte di SNA poggia su basi solide e segue un orientamento che potremmo oggi definire politico-istituzionale. tanto solide che lo stesso Ministero dello Sviluppo Economico, per voce del Sottosegreterio di Stato, sen. Simona Vicari, ha immediatamente espresso lusinghiero apprezzamento per il raggiungimento dell’accordo contrattuale. E fino a prova contraria, il peso del Governo deve essere considerato da tutti in democrazia (nessuno escluso, nolenti o volenti) quello più autorevole.” Corrisponde al vero questa affermazione? Se sì, come essa si concilia con il rilevante sforzo economico operato dal nostro Governo, di cui Lei fa parte, per dare 80 € mensili a quanti stanno sotto la soglia di 26.000 € l’anno ed elevarne così la capacità di spesa? Le confermo un dato: i dipendenti delle agenzie assicurative (in massima parte donne, spesso obbligate al part-time) hanno mediamente retribuzioni annue di 15 mila € lordi; ad alcune apprendiste con contratto part-time i consulenti del lavoro non riconoscono alcunché del bonus degli 80 € mensili, in quanto la loro retribuzione annua risulta inferiore a 6.000 €. A Lei sta bene, è “orientamento politico istituzionale del Governo”, che esse guadagnino ancor meno di così? Eppure ridurre ancora la retribuzione delle apprendiste, allungando oltretutto la durata dell’apprendistato oltre i 4 anni – e di conseguenza allontanando ulteriormente la stabilità del lavoro con l’integrità dello stipendio – cozza anche contro il Jobs Act governativo! Non godranno anche gli agenti aderenti a SNA della diminuzione del costo del lavoro per le future assunzioni e della minore tassazione previste nella legge di stabilità? Se è lecito a questi datori di lavoro diminuire gli stipendi, perché la stessa rivendicazione non può valere anche per i restanti imprenditori i quali, invece, più seriamente e mettendo in campo minori sforzi lobbistici, firmano aumenti salariali risicati – ma pur sempre aumenti di stipendio – con ciò stesso contribuendo al rilancio dei consumi ed alla tanto attesa ripresa economica del Paese? Termino con una nota non sindacale. Ho saputo dal Suo profilo FB che Lei si professa di fede cattolica. Anch’io sono credente e praticante: in gioventù ho militato nell’Azione Cattolica e nelle Acli, in Parrocchia sono uno dei tanti coristi e collaboratori del mio Parroco. Come lavoratore, prima come dipendente del Comune della Spezia, poi come bancario della locale Cassa di Risparmio – ambedue le assunzioni le ho ottenute superando i due soli concorsi in cui mi sono cimentato nella mia vita, giungendo rispettivamente primo e tredicesimo su circa un migliaio di partecipanti: questo per chiarire che non mi sono debitore di padrini di nessun tipo – mi sono subito iscritto alla CISL, alla quale aderisco ormai da 40 anni e da lungo tempo mi sono impegnato,
come forse avrà intuito, appunto nel settore assicurativo. Da militante sindacale ho sempre faticato a riconoscermi nelle pagine del Vangelo in cui il bracciante che ha faticato per una sola ora riceve lo stesso compenso di chi ne aveva lavorato due, o tre, o addirittura per l’intera giornata: stride con il mio personale senso di giustizia, ma lo accetto perché si tratta di una parabola per rendere comprensibile il mistero della Misericordia di Dio, pronta a salvare anche il peccatore che si converte alla fine della propria vita. Il Vangelo in cui noi crediamo, ed ancor prima l’Antico Testamento, sono invece chiarissimi e non equivocabili nel condannare duramente il padrone che non paga il giusto salario. Claudio Demozzi e gli altri dirigenti di SNA questo non fanno da anni, ed ora si vantano pure di godere del sostegno Suo e di un Governo il cui leader proviene dai Boy Scouts cattolici e, come me, si è recato in pellegrinaggio a Medjugorje e probabilmente mensilmente legge ancora i messaggi che la Madonna affida ai veggenti. Non potrebbe allora, anche solo per controllare che non Le abbia presentato distorsioni della verità, approfondire l’intero dossier “CCNL dipendenti agenzie di assicurazione” e poi esprimere ufficialmente un Sua valutazione meditata, magari affidandola ad un comunicato stampa? Si potrebbe avere, infine, il parere ufficiale del nostro Governo sull’operato di SNA e delle sue “controparti”? In gioco non c’è il solo articolo 18, che pure è argomento non secondario, ma del tutto inapplicabile in questo settore in cui, dopo anni di attività sindacale, non sono ancora entrato in un’agenzia che superasse i 10 dipendenti. In gioco c’è la sostanza del nostro Diritto del Lavoro, che deve restare equo arbitro tra i contrastanti interessi di imprenditori e lavoratori, che devono però convergere alla luce del chiarissimo dettato della nostra Costituzione in materia.
Nell’attesa, La ringrazio per l’attenzione,
Lino Bonanini
FONTE FIBA CISL