L’INNOVAZIONE CHE NON CANCELLA IL PASSATO
Il pensiero di Fulvio Galli
Cari colleghi,
l’arrivo della primavera, porta in ognuno di noi la voglia di svegliarsi dal letargo, di preparare nuovi progetti, di sistemare le proprie abitazioni, di comprare dei vestiti nuovi. E’ come se vivessimo il risveglio della natura come portatore di cambiamenti. La luce che irradia le giornate, la voglia di stare all’aperto e perché no anche di provare qualche nuova emozione. E’ così che inauguriamo il ciclo primaverile della nostra stagione.
L’altro giorno nel vortice di tale risveglio ho deciso di mettere ordine tra le mie carte ed osservando la scrivania ho notato come essa fosse piena sia di nuovi oggetti tecnologici, che accompagnano oramai la mia attività quotidiana, ma anche di oggetti che secondo alcuni sono ormai obsoleti e che dovrebbero essere rinchiusi in qualche scatolone e buttati in cantina. “Ma perché – mi sono domandato – dovrei buttare queste cose solo perché non sono tecnologicamente avanzate?”. Ho ragionato allora su alcuni oggetti che hanno fatto parte e fanno ancora parte della mia attività, che seppure obsoleti rappresentano delle grandi metafore.
IL RIGHELLO, ad esempio è uno strumento di misura fondamentale, tutti i giorni nel nostro lavoro misuriamo il tempo che impegniamo, le distanze che percorriamo , ci misuriamo con i clienti, con i nostri collaboratori ,con vari interlocutori , alla fine inconsciamente misuriamo tutto.
LA MATITA, inventata per disegnare poi utilizzata anche per scrivere, ci consente di riempire quei fogli bianchi che rappresentano ogni giorno la nostra vita, consentendoci di riportare le cose belle e non, i ricordi, le ricorrenze, gli appuntamenti, le frasi dedicate, stimolando di fatto più la mente che il dito.
LA GOMMA, in assoluto il simbolo della cancellazione, quante volte nella vita abbiamo fatto cose che ci hanno fatto dire “cosa darei per avere una gomma e cancellare tutto”.
IL TEMPERINO, lo stimolo, a tutti piacerebbe essere sempre al massimo, ma tante volte a causa di situazioni diverse da quelle che vorremmo ci sentiamo spuntati ,così ci attiviamo e mettiamo in moto tutti quei meccanismi che ci aiutano a “ rifarci la punta “.
LA FORBICE, oggetto per il taglio, sapendola usare al meglio possiamo considerarci i migliori sarti di noi stessi, in grado di tagliarci un vestito su misura. Ogni giorno virtualmente la usiamo per fare quei tagli che ci consentono di ottimizzare la nostra attività, razionalizzare le azioni, il tempo e lo spazio che divide la vita privata da quella professionale.
I TIMBRI, simboli autoritari, un tempo a fuoco poi in ceralacca, poi con il tampone, ancora nascosto in qualche cassetto di cui ci ricordiamo perché ogni volta che si usava normalmente ci si sporcava le dita.
Tutti oggetti sostituiti da strumentazione più all’avanguardia che per anni hanno rappresentato per noi la più grande innovazione e che oggi sono solo un lontano ricordo. Ecco è qui la chiave. Se noi oggi continuassimo a utilizzare quegli strumenti non saremmo più efficienti e al passo con i tempi, ma questo non vuol dire che tali strumenti non abbiano più un senso, e che vadano rottamati. Semplicemente hanno fatto il loro tempo, sono adatti al ieri e noi dobbiamo pensare al domani. Ma senza il ieri non avremmo potuto essere nell’oggi e proiettarci nel domani.
Mi è venuto spontaneo utilizzare queste metafore in riferimento a questi oggetti non per nostalgia, ma per cercare di dare un senso al grande cambiamento che stiamo vivendo in questi anni, al quale forse non stiamo dando il giusto peso sia in termini di velocità che di contenuti.
Personalmente sono ancora legato a questi piccoli oggetti e non mi sono sentito di rottamarli perché in pochi minuti sono riuscito a costruire quel ponte che mi ha permesso di collegare IERI con il DOMANI, cosciente che il futuro è e sarà la tecnologia nella sua massima espressione.
Buona lettura!
Fulvio Galli
Componente di Giunta