LONTANO DAI RISCHI, VICINI AL ROE
Il pensiero della settimana di Federico Serrao
Cari colleghi,
Mi è tornata tra le mani in questi giorni “ L‘assicurazione italiana “ redatta da Ania e presentata all’assemblea dello scorso luglio.
Un documento ricco di numeri, statistiche e informazioni che aiutano a capire lo stato di salute dell’industria assicurativa nazionale. Analizziamo assieme qualche dato. Nel 2017 l’utile netto del nostro mercato interno è stato di quasi 6.000 milioni, con una redditività del 10%. Un trend positivo che si conferma tale e di queste dimensioni da ormai diversi anni. Resta modesta la crescita della vendita diretta, ormai da anni attestatasi al 4% mentre crescono i numeri di coloro che oramai lo abbiamo capito sono da considerarsi i nostri veri “nemici”, ossia banche e poste, le quali soprattutto nel mercato retail non costituiscono più solo un’insidia ma un vero e proprio avversario che per alcuni aspetti ci ha già superato e in altri, forse, lo farà presto.
Provando a mixare i due punti di cui sopra con le principali novità apportate dall’introduzione della IDD avvenuta il 1 di ottobre, sulla quale ricordo si è dovuti intervenire a livello politico e istituzionale, altrimenti oggi parleremmo di obbligo per gli intermediari di esposizione delle provvigioni per tutti i rami danni, rami danni che avrebbero assunto (unicum europeo) la caratteristica di Contratti senza tacito rinnovo!!, cosa ne ricaviamo?
In primis che le nuove regole riguardanti il POG (governo e controllo del prodotto) e nuova informativa precontrattuale, dovranno essere da noi ben comprese e applicate.
Poi, che i generosi UTILI di cui l’industria assicurativa italiana beneficia sono ANCHE figli di un’assunzione troppo severa riguardo a rischi ritenuti pericolosi (ad esempio Rc Professionali, D. And O.) e del continuare a giocare la partita in un area controllata di comfort. Ancora, che la tecnologia, e con essa l’utilizzo dei big data, sono fondamentali e strumentali all’attività di sviluppo, a patto che siano utilizzati da professionisti seri e preparati, quali NOI intermediari sappiamo essere. Altrimenti servono a poco.
E che infine, tutti noi (industry nel senso più ampio) dobbiamo superare la logica ormai obsoleta che sia sufficiente il blasone del brand per giustificare offerte “fuori mercato” caratterizzate da livelli di prezzo non in linea con la concorrenza più qualificata.
Per crescere, pur nell’ambito di un’accurata selezione dei rischi che nessuno mette in discussione, occorre “investire” una parte di quel ROE per portare a casa più affari.
Buona Lettura!!!
Federico Serrao
Vice-presidente