Mutui, è vero o NON è vero che se aumenta lo spread aumentano i mutui?
Il pensiero della settimana di Carlo Bracci
Cari colleghi,
Ogni anno si vendono in Italia più di 500mila case e una su due è acquistata attraverso un mutuo offerto dalla banca che può essere a tasso fisso o a tasso variabile.
In questi ultimi mesi con le oscillazioni dello spread tra BTP-Bund sempre più in rialzo ho sentito e visto in trasmissioni televisive, letto numerosi articoli e post in cui qualcuno sostiene che tale costo dello spread ricadrà sui mutui dei cittadini italiani. Ma è vero?
In finanza il termine spread si utilizza per indicare la differenza tra i rendimento dei titoli di stato italiani a 10 anni (i BTP) e gli equivalenti titoli pubblici tedeschi (i Bund).
Nella sostanza, lo spread sta a indicare quanto il mercato ritenga più rischioso prestare i soldi all’Italia rispetto alla Germania, considerata particolarmente affidabile grazie all’eccezionale solidità della sua economia. E tanto più è alto lo spread, tanto maggiore è considerato il rischio Italia. Lo spread, infatti, rispecchia il costo del debito pubblico italiano in punti base. Cioè se la Germania sul debito pubblico a 10 anni paga interessi al tasso dello 0,55%, l’Italia, con lo spread a 300 punti, paga interessi al 3,55%, cioè 0,55% + 300/100% = 3,55%.
Ormai, grazie ai telegiornali e ai media in generale, è noto a tutti che recentemente lo spread ha subìto un forte rialzo.
E dato il clamore del dibattito mediatico, molti cittadini hanno temuto di vedersi aumentare da un mese all’altro la rata del proprio mutuo. Compresi quelli che stanno pagando un mutuo a tasso fisso, dimenticandosi del fatto che il loro tasso è bloccato per sempre indipendentemente da ciò che accade sui mercati.
Anche i sottoscrittori di mutui a tasso variabile possono stare tranquilli, in questo caso, la rata del mutuo è calcolata sulla base dell’Euribor, un tasso europeo governato dalla Bce, e quindi non dallo spread italiano e dal suo andamento.
Sicuramente un aumento prolungato dello spread e conseguentemente dei tassi obbligazionari italiani, può impattare sul costo di raccolta del denaro da parte delle banche italiane. E questo aumento di costi potrebbe portare le banche italiane a decidere di aumentare il loro margine lordo del mutuo (ossia il loro spread) a cui va aggiunto l’Euribor per calcolare il tasso del mutuo totale. Ma per ora non sta succedendo e comunque chi stipula un nuovo mutuo oggi lo fa comunque ai minimi storici.
In conclusione, possiamo affermare che NON E’ VERO che lo spread tra BTP-Bund impatta sull’Euribor e quindi sui mutui a tasso variabile in corso. Ma perché diciamo tutto ciò? Perché ancora una volta notiamo che l’informazione spesso scade in facili allarmismi che i consulenti fanno poi fatica a smontare. Perché ricordiamolo che spesso anche per noi agenti consulenza è sinonimo di education.
Basta quindi allarmismi!!!
Buon lavoro!
Carlo Bracci
Componente di Giunta