“NA TAZZULELLA ‘E CAFÈ”
Il pensiero della settimana di Vittorio Schettino
Cari Colleghe/Colleghi,
Con questo editoriale voglio continuare il filo del discorso cominciato la scorsa settimana dalla collega Rizzo commentando il “Trends nuova produzione Vita” attraverso l’analisi dei dati relativi al III trimestre 2020 pubblicati da Ania.
I numeri, sono sempre oggettivi, e non lasciano molto spazio all’interpretazione, ma il confronto fra ciò che accade a livello aggregato e ciò che rileviamo nelle nostre singole statistiche agenziali si dimostra sempre come un’utile attività di analisi e verifica.
Nel suo elaborato Ania prende in considerazione tutti i “canali” di raccolta che operano sul nostro territorio: sportelli bancari-postali, consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede, agenti e vendita diretta.
Dall’inizio di questo anno i nuovi Premi Vita emessi hanno raggiunto i 55,5 miliardi di euro, registrando un calo complessivo rispetto allo stesso periodo del 2019 pari all’11,2%
Se invece la nostra attenzione si concentra sul confronto dei risultati del singolo mese di settembre (2020 vs 2019) potremo notare un incremento pari al 2,3%.
Se raffrontassimo invece quel dato con quanto effettuato fra i mesi di maggio si registrerebbe una contrazione molto marcata (-19,6 %). A questo punto mi è d’obbligo una prima, seppur scontata, considerazione: il lock-down ha inciso moltissimo, infatti il recupero lo possiamo riscontrare solo nel periodo successivo al suo termine ovvero da maggio a settembre.
Un altro dato che ritengo sia opportuno considerare è l’analisi dei prodotti che sono stati collocati sul mercato. L’incertezza e la volatilità hanno pesantemente influenzato le scelte degli italiani. I numeri parlano chiaro, i prodotti unit-linked hanno rappresentato solo il 33 % del collocato, mentre i prodotti caratterizzati da un minor rischio hanno conquistato maggiori spazi (44% per i c.d. prodotti ibridi costituiti dall’abbinamento dei rami I e IIII e il restante 23% per quelli tradizionali costituiti dalle gestioni separate tout-court).
A voler essere ancora più attenti potremmo constatare come i prodotti di ramo III abbiano subito un netto calo distributivo nel periodo di “chiusura” per poi riprendersi durante la fase di “riapertura”. L’emotività ha fatto dunque la differenza e forse non solo per colpa della domanda.
Venendo alla nostra tipologia di “rete”, gli agenti hanno raccolto 9,1 miliardi di euro (fino a settembre 2020) registrando un lieve calo dell’1,9% rispetto all’anno precedente. La “nostra” intermediazione è per lo più orientata alla vendita tradizionale, con il 77% di raccolta in G.S. che comunque decresce di 4 punti.
Cali generalizzati si sono registrati anche per il ramo previdenziale, ossia i fondi pensione (-24,8%) e per le puro rischio (-12,2), In controtendenza invece i prodotti ibridi che si sono distinti con un aumento del 4% rispetto all’analogo periodo del precedente anno.
La pandemia ha comunque inciso anche sulla qualità del lavoro, uno studio del Politecnico di Milano, ha certificato che i numeri dello smart-working di tutte le imprese italiane (non solo quelle assicurative) è decuplicato, superando i sei milioni di unità. Si tornerà indietro? Forse un po’ ma non del tutto, non è stata certamente la pandemia ad aver disegnato questa nuova rotta, credo che più semplicemente abbia accelerato un processo verosimilmente già in atto da tempo. Dobbiamo prenderne coscienza ma rimanere “vigili”, non permettere alla tecnologia di oltrepassare il limite del “supporto” sconfinando in quello della “sostituzione” del valore umano.
Noi come GA-GI ci impegneremo come sempre affinché l’aspetto umano ed empatico prevalgano comunque. Il contatto con il “nostro cliente è irrinunciabile”, come la tazzina di caffè gustata con lui al termine di una consulenza, che costituisce la certificazione di un lavoro svolto bene.
Buon Rush finale a tutti
Vittorio Schettino
Componente di Giunta