«Vogliamo incentivare l’assistenza di lungo periodo, in quanto riteniamo che Generali debba svolgere un ruolo attivo in questo difficile contesto economico-sociale in cui, secondo gli ultimi dati disponibili,
«Vogliamo incentivare l’assistenza di lungo periodo, in quanto riteniamo che Generali debba svolgere un ruolo attivo in questo difficile contesto economico-sociale in cui, secondo gli ultimi dati disponibili, i soggetti non autosufficienti in Italia sono saliti a 2,2 milioni, con una spesa per lo Stato di 28 miliardi di euro nel 2012 (di cui un terzo per soggetti con meno di 60 anni). A questi vanno aggiunti anche i 10 miliardi di euro spesi dalle famiglie per assistenti domicilari». Con questa dichiarazione Antonella Maier, responsabile vita & employee benefits di Generali Italia spiega le ragioni che hanno spinto, per la prima volta in Italia, il gruppo Generali a proporre un piano individuale pensionistico di tipo assicurativo (Pip) dove chi aderisce dovrà optare “obbligatoriamente” per la copertura dalla non autosufficienza che in caso di disabilità erogherà una rendita vitalizia.
Uno strumento finora poco utilizzato in Italia ma che diventa essenziale in un contesto in cui i numeri statistici evidenziano come il problema della longevità altererà gli equilibri esistenti e le necessità future.
Dottoressa Maier, voi con questa proposta di previdenza rafforzata cercate di rendere consapevoli i futuri pensionati della necessità di investire risparmio per tutelare la propria vecchiaia. In questi giorni, però, il Governo Renzi apre alla via alla possibilità di ricevere in busta paga il Tfr. Senza ricordare che il trattamento di fine rapporto doveva essere il cemento sul quale fondare il secondo pilastro pensionistico. Cosa ne pensa della “liquidazione” in busta paga?
Sicuramente il Tfr è una componente molto importante per la previdenza complementare. Il rischio è che si devii il risparmio ai fini pensionistici verso il presente. Se la nuova riforma sul Tfr venisse portata avanti, quindi, sarebbe opportuno che il flusso di denaro disponibile per i cittadini fosse indirizzato, e fiscalmente aiutato, ad andare verso forme di risparmio previdenziale. La realtà infatti è che comunque solo il 25% dei lavoratori è iscritto a una forma di previdenza complementare di terzo pilastro. Un dato molto basso.
A proposito di previdenza Generafuturo, il vostro nuovo Pip, prevede obbligatoriamente anche la copertura del rischio di non autosufficienza (comunemente chiamata long term care-Ltc). Queste polizze però sono ancora poco diffuse in Italia per via del prezzo elevato (soprattutto per i non più giovani) e della scarsa consapevolezza che esiste sulle conseguenze della longevità. Perché questa scommessa?
Generali Italia è presente nel ramo di copertura del rischio di non autosufficienza da molti anni e abbiamo rilevato un crescente interesse da parte delle aziende per la stipula di queste coperture come benefit (grazie anche agli incentivi previsti dal decreto Sacconi). Attualmente abbiamo una buona base clienti Ltc (circa 350 mila posizioni assicurative) che abbiamo utilizzato anche come base statistica per costruire la proposta Ltc di GeneraFuturo. Grazie a questo osservatorio privilegiato, abbiamo pensato di rendere obbligatoria la copertura dal rischio di non autosufficienza con l’acquisto del Pip Generafuturo. In tal mondo grazie al principio di mutualità siamo in grado di offrire un prodotto economico che non richiede visite mediche o questionari, ma che copre tutti coloro che sono oggi autosufficienti con una medesima tariffa.
Quanto incide il costo della copertura dalla non autosufficienza sul Pip Generafuturo?
Indipendentemente dall’età, con 30 euro annui deducibili fiscalmente (che potranno essere anche raddoppiati per avere una copertura rafforzata) si potrà contare su un vitalizio di 3mila euro l’anno in caso di perdita di autosufficienza, che diventerà di 6mila euro per chi opta per il rinforzo del premio. Inoltre in caso di non autosufficienza scatta anche una maggiorazione del 30% della rendita previdenziale.
È un modo di diffondere anche questo strumento (la Ltc) che se “interiorizzato” dai clienti potrà poi portare anche alla di richiesta di coperture più complesse e tailor made (fatte su misura, ndr).
FONTE PLUS 24