“NON È TUTTO ORO, QUELLO CHE LUCCICA NELLA RCAUTO ”
Il pensiero della settimana di Luca Capato
Cari colleghi,
nelle scorse settimane, avrete spesso sentito parlare di una terrazza a Milano che ha scandalizzato tutti, ma qui non parleremo delle vicende penali che riguardano un certo Genovese e che lo vedono imputato di crimini ripugnanti, anche perché sono già nelle mani della magistratura e quindi c’è poco da aggiungere.
Quello che qui invece mi interessa sottolineare è come le norme di diritto italiano che disciplinano una materia delicata come quella assicurativa legata alla RC Auto, abbiano delle maglie così larghe e che ci siano dei veri e propri buchi dove un Genovese qualsiasi si possa infilare arricchendosi a danno delle compagnie assicurative che invece operano nel rispetto delle normative nazionali.
In un mercato come quello della RC Auto, dominato dalla competizione sul prezzo, i prodotti senza Risarcimento Diretto possono essere venduti a prezzi significativamente più bassi, poiché la non adesione al Risarcimento Diretto (consentita alle sole compagnie non basate in Italia) rappresenta un vantaggio economico. Vantaggio inaccessibile alle compagnie italiane che sono viceversa obbligate ad aderirvi.
Il Risarcimento Diretto obbliga le sole compagnie di assicurazione di diritto italiano che operano nel segmento della RC Auto, a risarcire direttamente i propri assicurati, qualora subiscano un danno nel caso di sinistri “semplici” (massimo due veicoli coinvolti ed eventuali lesioni inferiori ai 9 punti percentuali di invalidità – la grande maggioranza dei sinistri auto). Risarcendo il proprio cliente per il danno subito, la compagnia da un lato offre un miglior servizio e dall’atro riceve come contropartita un importo forfettario dalla compagnia in torto. In moltissimi casi il forfait, stabilito di anno in anno per legge, non è sufficiente a ripagare interamente il danno pagato determinando una perdita economica.
Le compagnie di diritto europeo, che operano in Italia, come dicevano, non sono invece obbligate ad aderire a tale sistema,. Ne consegue che i soggetti (come IPTQ distribuito da Prima.it), che hanno la facoltà di non aderire al Risarcimento Diretto, ne traggono un vantaggio reale derivante da una asimmetria competitiva. A farne le spese sono le compagnie italiane e in ultima analisi, ancor più grave, i nostri clienti, i quali se subissero un danno da un assicurato di Prima.it si vedrebbero costretti, non certo per loro scelta, a rinunciare al risarcimento diretto, dovendosi rivolgere alla compagnia “avversaria” come si faceva prima del 2007, con buona pace della rivoluzione digitale.
Vere e proprie furbate che per altro favoriscono quelle compagnie estere che entrano nel nostro mercato senza doverne rispettare regole e fisco. Vedremo se una politica alla ricerca drammatica di nuove risorse, e magari animata da un minimo senso di equità, riuscirà a disciplinare meglio questa materia oggi esposta ai mille furbetti che operano nel quartierino digitale.
Noi Agenti purtroppo subiamo quotidianamente la politica del prezzo nel ramo RC Auto, fatta in larga scala da veloci comparatori e da nuovi competitor digitali come in questo caso stranieri, ma quando siamo davanti al cliente con la nostra consulenza e la nostra professionalità, magari agevolati da nuovi canali digitali, ecco che allora riusciamo anche con questi fatti di cronaca, ad argomentare che non è SOLO il prezzo quello che luccica nella RC Auto.
Buona lettura!
Luca Capato
Vice-presidente Vicario