Cari colleghi,
un recente articolo de “Il Corriere della Sera” ricorda che “….la tenuta del sistema pensionistico italiano è garantita da tasse e deficit pubblico, necessari a colmare il disavanzo lasciato da contributi insufficienti…..”.
Si, perché il sistema previdenziale INPS è un sistema a ripartizione che si basa sull’idea di “mutualità generazionale”, ovvero i contributi dei lavoratori attivi servono a pagare chi è già in pensione.
Ma i nodi stanno inesorabilmente venendo al pettine: la popolazione invecchia (ci sono sempre più anziani rispetto ai giovani); l’età media si allunga sempre più (si vivono più anni da pensionati) ed i giovani hanno sempre più spesso contratti dove non versano o versano pochi contributi. Per questo il disavanzo lasciato dai contributi insufficienti deve essere colmato da tasse e deficit pubblico.
L’articolo citato prosegue sottolineando che “…..Ogni anno, la spesa per le pensioni pubbliche supera i contributi versati di 88 miliardi di euro. Si tratta dello scarto più vasto dell’Unione europea dopo quello dell’Austria…..”
Ora i vari politici italiani cavalcano il populismo elettorale vedendo un “equilibrio” con possibili cambi di rotta, revisioni di leggi e modifiche in corso al sistema, ma l’articolo suddetto evidenzia anche che “….L’Italia oggi è il Paese dove le pensioni costano di più in Europa (15,7% del reddito nazionale), è fra quelli dove nei fatti si va in pensione prima (62,4 anni) ma è fra quelli che segnano il maggiore calo di spesa entro il 2060 (meno 1,9%). Neanche a quel punto però il sistema sarebbe «in equilibrio»: dopo la riforma Fornero oggi in vigore, lo scarto fra contributi versati e pensioni da pagare nel 2060 sarebbe pari al 3,2% del reddito nazionale, 54 miliardi di euro attuali…..”.
Fantastica la chiusura dell’articolo per cui “…..A mettere in circolazione fake news in Italia ci pensa chi dovrebbe governarla”. Ed i cittadini fiduciosi, a volte ingenui e spesso frastornati dalle false e/o distorte notizie, potrebbero crederci.
Ma la domanda vera, alla luce dei dati, è la seguente: fino a quando durerà questa situazione? Ci troveremo un giorno non tanto lontano senza più pensione pubblica? Adotteremo presto in Italia il modello americano in base al quale la pensione, chi la vuole, la deve pagare privatamente?
Non ci resta che correre ai ripari subito e sottoscrivere un piano integrativo pensione PIP, dove ogni contribuente ha il proprio cassettino e i versamenti sono deducibili ai fini IRPEF fino a 5.164,00 euro ogni anno!
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Buona lettura!
Carlo Bracci
Componente di Giunta