Poste Italiane diffonde la prima semestrale dell’era Caio e i numeri riflettono la svolta che il nuovo ad nominato nella primavera scorsa sta cercando di imprimere al gruppo.
Poste Italiane diffonde la prima semestrale dell’era Caio e i numeri riflettono la svolta che il nuovo ad nominato nella primavera scorsa sta cercando di imprimere al gruppo. I ricavi crescono del 15%, da 13 a 15 miliardi ancora una volta trainati dalla crescita del business assicurativo. Un risultato non scontato, visto che nelle ultime tre semestrali il fatturato era cresciuto a un ritmo medio di 500 milioni. I premi assicurativi sono balzati da 6,6 miliardi di fine giugno 2013 a 8,24 miliardi. Nel comunicato diffuso ieri la società continua a mettere l’accento sulla progressiva contrazione del business dei recapiti e della conseguente riduzione dei volumi della corrispondenza a fronte di un onere per il servizio universale che «si ripercuote sul margine operativo». In effetti il risultato operativo scende da 661 a 505 milioni con una conseguente flessione dell’utile netto da 362 a 221 milioni. La voce ricavi e proventi, nella quale vengono accorpati i fatturati del settore recapiti e finanziario, segna una flessione di 200 milioni, da 4,8 a 4,6 miliardi (in parte il calo legato al settore della corrispondenze viene comunque recuperato dai ricavi nel settore finanziario).
In verità, se si scorrono le tabelle relative al conto economico emerge che la contrazione del risultato operativo non è tanto – o soltanto – da attribuire al settore della corrispondenza quanto forse ad una scelta prudenziale che ha portato ad incrementare di oltre 2 miliardi la voce riserve tecniche assicurative e oneri relativi a sinistri. Nel 2013 quella voce aveva avuto un incremento di 335 milioni (da 7,06 a 7,395 miliardi) a fronte di un aumento dei premi di 600 milioni. Nel 2014 l’incremento è di 2,1 miliardi a fronte di un aumento dei premi di 1,6 miliardi.
Il comunicato della società rivela che frattanto è stato aperto un dialogo «per condividere con il governo e con le istituzioni (leggi Authority per le comunicazioni, ndr) la revisione del sistema delle regole che garantiscono la sostenibilità del servizio universale in un contesto di contrazione dei volumi». Sembra dunque che l’ad Caio abbia ottenuto ciò che aveva chiesto a gran voce nel corso dell’estate, quando l’Authority era pronta a portare a zero il contributo annuo che il Tesoro versa per il servizio universale e che poi è stato invece riconosciuto in misura di circa 300 milioni all’anno per i due anni trascorsi (somme considerate dall’ad comunque insufficienti). La definizione delle regole sul servizio universale è una partita cruciale in vista della quota di Poste. La nota diffusa ieri spiega che nell’ambito della logistica e dei pacchi, il Corriere Espresso ha conseguito risultati positivi grazie allo sviluppo dell’e-commerce. Nel sistemi di pagamento le transazioni con le prepagate sono aumentate del 5%, mentre le transazioni finanziarie su PosteMobile hanno superato i 150 milioni.
FONTE IL SOLE 24 ORE