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Prime mosse sulle Generali, si guarda alla Cdp

1 Febbraio 2014

Non è stato un inizio d’anno brillante per il titolo Generali. Durante l’intero 2013 le azioni del big assicurativo sono saliti di quasi il 20% e qualche presa di beneficio era nell’aria.

 

Non è stato un inizio d’anno brillante per il titolo Generali. Durante l’intero 2013 le azioni del big assicurativo sono saliti di quasi il 20% e qualche presa di beneficio era nell’aria. Tuttavia, la tendenziale debolezza segnata nel corso di gennaio ha spinto gli operatori di Piazza Affari a osservare con maggior attenzione i movimenti del titolo. Le azioni, complessivamente, hanno ceduto il 5% contro un bilancio positivo per l’indice Ftse Mib dell’1,1%. I volumi non sono stati straordinari, piuttosto sono risultati abbastanza in linea con la media. Tanto che nell’ultimo mese è stato scambiato circa il 10% del capitale. Però, fanno notare dalle sale operative, la maggior parte degli ordini consistenti era segnata in vendita. Si è cercato dunque di seguire le tracce dell’azionista che avrebbe iniziato a smuovere il proprio pacchetto: nei prossimi due anni potrebbe infatti finire sul mercato fino all’8% della compagnia per mano soprattutto di Cdp e Mediobanca. E, alcuni indizi, secondo gli operatori del listino milanese, sembrerebbero portare nella direzione del Fondo strategico italiano, socio del Leone di Trieste con il 4,5% del capitale. Dalla Cdp si limitano a un prudente «no comment». Va ricordato, tuttavia, che con gennaio si è aperta la finestra utile per la valorizzazione della quota Generali ex Banca d’Italia e quindi, sulla carta, quei titoli possono essere ceduti secondo uno stile puramente “opportunistico”. Il Fondo strategico, nel momento in cui ha rilevato le azioni, si è infatti impegnato a cedere il 4,5% della compagnia entro il 31 dicembre 2015. Non si può escludere, dunque, che, seppure in maniera ordinata e sfruttando i picchi, possano essere iniziate le manovre per alleggerire la quota.
D’altra parte, risulta che nessuna decisione formale sia stata assunta circa le modalità di vendita della partecipazione. Ma già in passato Cdp si era mossa allo stesso modo. Basta ricordare il passaggio di Snam alla Cassa depositi e prestiti. Un passaggio graduale che ha avuto, tra le diverse contropartite, anche la conseguente dismissione di un pacchetto di azioni Eni del 3,3%. In quell’occasione, prima con la vendita di una quota dell’1,7% tra il mese di agosto e di settembre 2012 e poi con la valorizzazione dei titoli rimasti tramite un parziale collocamento e la cessione quotidiana di piccole quote sul mercato (mai superiori al 19% dei volumi scambiati) oppure ai blocchi, Cdp è uscita dal capitale del Cane a sei zampe senza alcun contraccolpo per il titolo. Altrettanto, potrebbe dunque fare per chiudere il dossier Generali. Con un accortezza in più. Allo stato non c’è alcuna fretta. Come detto, il Fondo strategico ha tempo fino al 31 dicembre 2015 per uscire dal Leone di Trieste. Due anni dunque, per valorizzare una quota che oggi vale 1,1 miliardi e che al momento dell’acquisto è stata valutata attorno ai 12,6 euro a titolo contro i 16 cui viaggia ora. Prezzo che, tra l’altro, non incorpora le recenti raccomandazioni degli analisti, alcuni dei quali vedono il titolo vicino ai 18 euro.

FONTE IL SOLE 24 ORE