ANIA ha diffuso il rapporto aggiornato a tutto il 2016 relativo ai premi totali del lavoro diretto italiano dei rami Danni. Molti dei dati presenti nelle righe che seguiranno erano già stati diffusi al mercato lo scorso 23 marzo, in sede di presentazione dei dati provvisori relativi ai premi lordi contabilizzati per il portafoglio diretto italiano dei rami Danni e Vita.
Alla rilevazione ha partecipato la quasi totalità delle imprese nazionali e circa 50 rappresentanze di imprese europee che, in termini di premi, rappresentano oltre il 95% del totale (sono attualmente 75 quelle ammesse a operare in Italia in regime di stabilimento nel settore danni).
Relativamente alla totalità delle imprese (italiane, rappresentanze di imprese U.E. ed extra U.E.), i premi rilevati a fine 2016 sono stati pari a 36,34 miliardi di Euro, in diminuzione dell’1% rispetto al 2015. L’analisi del solo quarto trimestre evidenzia invece una lieve crescita (+0,5%) dopo che per 20 trimestri consecutivi vi era sempre stata una contrazione o una invarianza di portafoglio.
La variazione registrata dal totale premi Danni alla fine del 2016 è la conseguenza di un calo nel settore Auto, i cui premi hanno registrato una flessione del 3,7% a 16,98 miliardi di Euro ed un aumento negli altri rami Danni, i cui premi sono cresciuti dell’1,5% a 19,36 miliardi.
Più specificatamente, nel comparto Auto si è registrata una diminuzione del 5,5% nel ramo Rc Auto e veicoli marittimi ed una crescita del 6,1% nel ramo Corpi veicoli terrestri. Per il ramo Rc Auto, segnala ANIA, si tratta della quinta variazione annuale negativa consecutiva: dal 2011 al 2016 i premi sono diminuiti di circa il 25% ed il volume del 2016 (pari a 14,1 miliardi di Euro) è tornato ai livelli della fine degli anni novanta. Sono diversi i fattori che hanno contribuito al complessivo calo del volume premi del ramo, in presenza di un parco di veicoli assicurati che è rimasto sostanzialmente invariato.
Tra i più rilevanti, ANIA ritiene importante menzionare:
- la diminuzione del numero dei sinistri (effetto a sua volta sia delle difficili condizioni economiche del paese che hanno portato a un significativo calo dell’utilizzo dei mezzi privati sia dell’introduzione, nella primavera del 2012, della legge sui danni fisici lievi “che ha avuto effetti molto positivi” sulla riduzione dei sinistri fraudolenti);
- l’uso progressivo e sempre più diffuso dei prodotti assicurativi legati a device telematici “che hanno avuto un ruolo determinante nel ridurre i premi degli assicurati virtuosi” che hanno accettato il monitoraggio del proprio stile di guida;
- “la forte e crescente competizione fra le imprese”, le quali hanno potuto beneficiare della citata riduzione di sinistrosità (e quindi di un miglioramento dei conti tecnici).
Il ramo Corpi Veicoli terrestri (ossia le garanzie incendio/furto, kasko dei veicoli), invece, con 2,9 miliardi di Euro di raccolta premi a fine 2016, è risultato in crescita del 6,1% rispetto all’anno precedente, consolidando la ripresa del comparto avviatasi nel 2015 (+3,3%), dopo che in sette anni (2008-2014) i premi contabilizzati si erano ridotti di circa il 30%; come spiega ANIA, la crescita dei premi di questo ramo è infatti fortemente correlata con la vendita di nuove vetture che era crollata, secondo i dati ACI, di oltre il 40% nel periodo 2009-2013 ma che è cresciuta del 5,5% nel 2014, del 15% nel 2015 e del 18% nel 2016.
Per quanto riguarda gli altri rami Danni, questi sono stati positivamente influenzati dal recupero del ciclo economico generale e, rispetto a una crescita complessiva dell’1,5%, si è registrata una variazione positiva superiore alla media nei rami Rc Aeromobili (+2,8%), Credito (+3,3%), Tutela legale (+4%), Assistenza (+6,8%), Cauzione (+7,2%), Malattia (+8,3%), Corpi veicoli aerei (+13,1%) e Corpi veicoli ferroviari (+52,5%); sono invece risultati in calo i premi del ramo Rc Generale (-0,5%), Merci trasportate (-0,9%), Corpi veicoli marittimi (-5,4%) e Perdite pecuniarie (-5,9%).
Relativamente alle rappresentanze di imprese U.E., alla fine del 2016 sono stati contabilizzati 4,38 miliardi di Euro di premi, in diminuzione dello 0,8% rispetto a quanto rilevato nel corso del 2015. Il peso percentuale dei premi contabilizzati dalle rappresentanze di imprese europee rispetto al totale dei premi è stato del 12,1%: in particolare, nel settore Auto il peso è stato del 5%, mentre negli altri rami danni di circa il 18%. In alcuni rami questa quota è stata superiore al 40% come nei rami Rc Aeromobili (42,1%), Corpi veicoli aerei (44%), Merci trasportate (47,3%) e nel ramo Credito dove l’incidenza di queste imprese è stata pari a quasi il 90%.
Il settore Auto è risultato in diminuzione del 2,3%; in particolare, mentre il ramo Corpi veicoli terrestri registra un aumento dei premi più contenuto rispetto a quello delle imprese italiane (+1,6% contro +6,5%), i premi dei rami Rc Auto e natanti hanno registrato una flessione inferiore rispetto a quella registrata dalle imprese nazionali (-3,6% contro -5,6%). Il volume premi degli altri rami Danni è rimasto pressoché costante rispetto al 2015 (-0,5%).
Analisi di dettaglio per canale distributivo e ramo
Relativamente alle imprese italiane ed extra U.E., la principale forma di intermediazione in termini di quota di mercato si conferma essere il canale agenziale (77,1%), in diminuzione di 1,5 punti percentuali rispetto a quanto rilevato alla fine del 2015 (78,6%). I rami nei quali il canale agenziale risulta mediamente più sviluppato sono i rami Rc veicoli marittimi (92,5%), Rc Auto (85,9%) e Rc Generale (82%). Volumi di attività molto ridotti per gli agenti si riscontrano invece nei rami Corpi veicoli aerei (3,2%), Rc Aeromobili (11,3%) e Corpi veicoli marittimi (11,9%), dove è invece molto forte la presenza dei broker con quote di mercato rispettivamente pari al 94,7%, 86,2% e 87,4%.
Sono proprio i broker a rappresentare il secondo canale di distribuzione dei premi Danni con una quota pari al 9,2%. Oltre a quelli già menzionati, i rami in cui l’intermediazione dei broker è molto rilevante sono il Malattia (20,9%), i Corpi veicoli ferroviari (20,6%) e le Merci trasportate (46,7%). ANIA evidenzia ancora una volta come il peso dei broker sia tuttavia sottostimato, in quanto non considera una quota importante di premi (stimata in 24,9 punti percentuali per il totale Danni 2015) che questi intermediari raccolgono ma che presentano alle agenzie e non direttamente alle imprese. Assumendo che questa percentuale sia valida anche per il 2016, la quota degli agenti per l’intero settore Danni scenderebbe al 52,2% mentre quella dei broker salirebbe al 34,1%.
Gli sportelli bancari, con una quota di mercato del 5,5%, sono in aumento rispetto al 2015 (+0,8 p.p.) e sono stati maggiormente coinvolti nella commercializzazione dei premi nei rami Credito (34,9%) e Perdite pecuniarie (39,7%). Rivestono tuttavia un ruolo importante (e in crescita) anche nei rami Malattia (12,6%), Infortuni (9,9%), Tutela legale (9,1%), Incendio ed elementi naturali (8,4%) e Assistenza (8,3%).
La vendita diretta nel suo complesso (Direzione, Vendita telefonica e Internet) registrava a fine 2016 un’incidenza dell’8% (contro l’8,1% rilevato a fine dicembre 2015). Facendo riferimento al dettaglio 2016 delle singole modalità di distribuzione della vendita diretta, le agenzie in economia pesavano per il 3,6% (3,4% nel 2015), mentre pesava per il 3% il canale internet (3,2% nel 2015); in particolare, l’utilizzo di internet è risultato per la prima volta in lieve contrazione nel ramo Rc Autoveicoli terrestri (5,5% contro il 5,7% alla fine dell’anno precedente). La vendita telefonica, infine, ha registrato una quota pari all’1,4% (era l’1,5% alla fine del 2015).
Relativamente alle rappresentanze di imprese U.E., i principali canali di distribuzione sono stati i broker con una quota pari al 42,8% e gli agenti con una quota pari al 37,6%. In particolare, nel settore Auto è quello agenziale il canale distributivo più utilizzato dalle imprese (con una quota del 61,9%), mentre negli altri rami Danni il canale di distribuzione prevalente è risultato essere quello dei broker (50,7%). Gli sportelli bancari risultano essere il terzo canale di vendita con una quota del 7,6% (9,5% nel settore auto e 7,1% nei restanti rami). Risulta infine ancora nel complesso poco sfruttato l’utilizzo di internet (2,2%).
FONTE INTERMEDIA CHANNEL