Secondo le ultime rilevazioni dell’indagine Iper dell’Ivass, riferite alla sottoscrizione delle polizze Rc auto e relative al terzo trimestre 2018, il tasso di cambio compagnia (definito come la percentuale di contratti stipulati in un trimestre con una compagnia diversa rispetto a quella inizialmente scelta un anno prima) evidenzia un trend decrescente. In particolare, al terzo trimestre del 2018 è pari al 9,38% contro il 12,5% del terzo trimestre del 2015.
La riduzione di 3,1 punti percentuali del tasso di cambio, spiega l’Ivass, si associa una diminuzione del 7,4% dei prezzi della Rc auto. L’indagine mostra come il tasso di cambio degli assicurati che non hanno scelto la scatola nera sia sistematicamente più alto (quindi, una maggiore mobilità) rispetto a quello dei contratti con scatola nera fino all’ultimo trimestre del 2016, per poi allinearsi al tasso di cambio associato ai contratti tradizionali.
«Sebbene la relazione tra tasso di cambio compagnia e premio medio non implichi necessariamente un nesso di causalità, è interessante osservare come la diminuzione della mobilità degli assicurati non abbia ostacolato il trend di riduzione dei prezzi», si legge nell’indagine dell’Ivass. «L’aumento della penetrazione della scatola nera è correlato a una riduzione della mobilità degli assicurati. L’effetto netto di queste due forze (sconti da scatola nera e minor diffusione degli sconti da mobilità) sul livello e la distribuzione dei prezzi appare ex-ante ambiguo. Ciò, verosimilmente, implica un trade-off tra l’efficienza legata alla maggiore personalizzazione (via scatola nera) e la riduzione dei prezzi generata dagli sconti riservati ai nuovi clienti (via mobilità). Tale trade-off appare quasi eliminato nell’ultimo trimestre del 2018».
Per quanto concerne la relazione tra il tasso di cambio e il premio medio tra le compagnie, emerge che il tasso di cambio è piuttosto eterogeneo tra le imprese e varia dal 5,9% al 28,9%. Inoltre, gli assicurati coperti da imprese che praticano mediamente prezzi più elevati tendono a cambiare più di frequente rispetto ai consumatori assicurati da compagnie con prezzi più contenuti (esiste una relazione debole ma positiva tra le due variabili). Infine, «il tasso di cambio è più elevato tra la compagnie che detengono piccole quote di mercato in cui i fenomeni di lock-in sono verosimilmente poco importanti», spiega l’istituto di vigilanza.
Su base territoriale la mobilità degli assicurati rimane piuttosto eterogenea: per esempio, il tasso di cambio compagnia a Verbano-Cusio-Ossola è pari al 4,9% contro Vibo Valentia con il 18,3%.
FONTE TUTTO INTERMEDIARI