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Rc Auto, la task force Ivass alla ricerca del prezzo giusto

21 Febbraio 2015

L’Ivass affila le armi e si attrezza per dire la sua sulle tendenze di prezzo nello spinoso settore dell’Rc Auto

 

L’Ivass affila le armi e si attrezza per dire la sua sulle tendenze di prezzo nello spinoso settore dell’Rc Auto. Elaborazioni dotate di una certa scientificità in un panorama dove, purtroppo, spesso le statistiche sul caro-polizza si contraddicono. Lo ha fatto avviando Iper (Indagine sui prezzi effettivi Rc auto), un rilevamento campionario sui prezzi reali pagati per la Rc auto e non sui prezzi di listino che non tengono conto degli sconti. La task force è guidata da Marco Cosconati, coordinatore di uno specifico team di ricercatori del Servizio Studi Ivass che riceve ogni trimestre informazioni su due milioni di contratti, ovvero il 60% delle stipule/rinnovi. Un progetto che coinvolge full time tre persone e che, a detta degli esperti, non ha paragoni in nessun altro Paese.
Come reso noto negli scorsi giorni dall’Authority, il prezzo medio dell’Rc auto nel terzo trimestre 2014 è pari a 488 euro. A fronte di riduzioni medie significative nei primi due trimestri del 2014, rispettivamente -3,7% e -1,6%, i prezzi medi del terzo trimestre 2014 sono praticamente invariati (+0,2%) rispetto al secondo. Se questo trend fosse confermato dai dati sul quarto trimestre del 2014, la proiezione della variazione annuale sarebbe intorno al -5,3% (inferiore al 6% dichiarato da Ania).
Ma al di là del trend è interessante capire se il prezzo medio Rc auto sia una statistica “sufficiente” a sintetizzare l’efficienza del mercato. L’alta variabilità dei premi tra assicurati impone infatti un’analisi più accurata della distribuzione dei prezzi, solo sommariamente sintetizzati dalla media. Per fare un paragone con l’economia reale, così come è desiderabile che aumenti dei redditi medi non siano accompagnati da maggiori livelli di diseguaglianza, le riduzioni dei prezzi Rc auto devono comunque riflettere in modo adeguato le differenze di sinistrosità tra gli assicurati.
Il bollettino Ivass, curato da Cosconati e Debora Serafini, documenta come la “massificazione” dei premi Rc auto tende ad aumentare quando i prezzi diminuiscono: non solo tutti pagano di meno, ma le differenze si riducono. Sembrerebbe che quando esistono le condizioni per abbassare i prezzi (minore sinistrosità dovuta alla crisi economica), gli assicuratori trovino meno incentivante la personalizzazione. A livello provinciale, la relazione tra livello dei prezzi e dispersione è negativa: in sostanza, laddove i prezzi sono più alti le differenze tra gli assicurati diminuiscono. Per esempio i prezzi in provincia di Udine (prezzo medio pari a 349 euro) sono molto più disomogenei che a Caserta (prezzo medio pari a 695 euro).
Nella città campana il premio medio pagato dagli assicurati nelle classi 11-18 (le peggiori) è di circa mille euro contro i 665 euro versati nella stessa provincia dagli assicurati in classe 1°(la migliore): con una differenza del 50%. In provincia di Udine invece gli assicurati nelle classi 11-18 pagano 718 euro contro i 316 degli assicurati in 1°: con una differenza del 127%.
La penalizzazione è dunque più che raddoppiata rispetto a Caserta. I dati dunque testimoniano come un storia assicurativa virtuosa implichi diminuzioni percentuali piuttosto diverse in funzione della provincia di residenza.
La realtà del mercato Rc auto è dunque più complessa rispetto al trend medio. Ciò dovrebbe fare pensare i politici. Gli sconti obbligatori proposti dal Governo (nelle ipotesi del Ddl concorrenza, in discussione in questi giorni) potrebbero generare differenze di prezzo più adeguate in province con bassa dispersione dei prezzi ed aumentare forse in modo eccessivo le differenze laddove il mercato penalizza già in modo adeguato i meno virtuosi. Se l’obiettivo è condivisibile l’approccio del “taglio lineare” andrebbe forse calibrato in modo più attento.

FONTE PLUS 24